Si torna a parlare del maxi sequestro di marijuana effettuato nella serata di mercoledì dai carabinieri nelle campagne tra Campobello di Licata e Naro. In che posizione si sarebbe posta la mafia tradizionale nei confronti di questa “attività”? L’operazione “Green River” ha visto impegnati per giorni i militari nell’attività di osservazione e monitoraggio per poi arrivare all’intervento decisivo che appena due giorni fa ha portato al sequestro di oltre 30 tonnellate di marijuana. I dettagli nel servizio.
Ha numeri da record il maxi sequestro di marijuana effettuato nella serata di mercoledì scorso 17 ottobre dai carabinieri nelle campagne fra Campobello e Naro. Oltre 10 mila le piante di canapa indiana (alte anche due metri) ritrovate, circa 30 tonnellate l’ammontare complessivo della sostanza sequestrata, non meno di 15 milioni di euro il valore della “merce” se immessa nel mercato.
Ma una “attività” così consistente potrebbe essere collegata in qualche modo alla mafia tradizionale? È un interrogativo che i carabinieri si stanno ponendo e a cui stanno cercando di dare una risposta.
“Allo stato attuale delle indagini nulla emerge da questo punto di vista, ma è un punto interrogativo che un investigatore, a queste latitudini, si pone”. Sono queste le parole del Comandante Provinciale dell’Arma, Giovanni Pellegrino, pronunciate ieri nel corso della conferenza stampa organizzata per esporre i dettagli dell’operazione “Green rRver” che, per i suoi “numeri”, si piazza tra le più imponenti dell’agrigentino e dell’intera Isola. “Sarà oggetto di approfondimenti successivi -ha poi continuato Pellegrino-, al momento non ci sono elementi di riscontro”.
Intanto il “fiume verde” della marijuana sequestrata è stato destinato alla distruzione. L’attività dei militari, quelli della Stazione di Campobello di Licata che sono coordinati dal Comando Compagnia di Licata, si è avvalsa di osservazione e pedinamenti, di supporto tramite drone, di spirito di sacrificio da parte dei carabinieri. Il risultato è stato il ritrovamento della maxi piantagione di marijuana e le manette ai polsi di tre soggetti, colti in flagranza di reato.
Ecco, secondo il Comandante Provinciale Giovanni Pellegrino, da cosa è scaturita l’operazione.
Fondamentale, ha precisato il Comandante della Compagnia Carabinieri di Licata, Francesco Lucarelli, è stato l’impegno dei suoi uomini.
Nel Tg di oggi l’intervista al Comandante Provinciale dell’Arma Carabinieri, Giovanni Pellegrino, e al Comandante della Compagnia di Licata, Francesco Lucarelli.
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