Sono accusati a vario titolo di associazione per delinquere di tipo mafioso e favoreggiamento personale aggravato dall’avere agevolato l’attività di Cosa Nostra agrigentina. Parliamo di Leo Sutera, vertice dell’organizzazione mafiosa della provincia agrigentina, e di Giuseppe Tabone, Maria Salvato e Vito Vaccaro.
I quattro sono stati raggiunti ieri da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa, su richiesta della DDA, dal G.I.P. del Tribunale di Palermo ed eseguita dalle Squadre Mobili di Palermo e Agrigento.
Al momento della consegna del provvedimento il 68enne Sutera si trovava presso il reparto detenuti dell’Ospedale “Civico” di Palermo, ove si trova ristretto.
A Sutera è stato contestato di aver diretto il mandamento mafioso di Sambuca di Sicilia, avvalendosi della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e omertà che ne deriva per commettere delitti contro l’incolumità individuale, la libertà personale e il patrimonio.
Secondo gli inquirenti, il 68enne voleva acquisire la gestione e il controllo di attività. Impartiva le direttive partecipando a riunioni e incontri con altri associati, curando la gestione delle interferenze nella realizzazione delle opere oggetto di appalti e opere pubbliche.
Sutera poteva contare sull’apporto del 53enne Tabone, della 45enne Salvato e del 57enne Vaccaro. Dopo la cattura, questi ultimi tre soggetti sono stati condotti presso la Questura di Agrigento ed espletate le formalità di rito sono stati associati alla locale casa circondariale.
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