Si è concentrata principalmente sulla questione relativa a Girgenti Acque e all’interdittiva antimafia emessa dalla Prefettura la visita svolta ieri ad Agrigento del presidente della Commissione Regionale Antimafia Claudio Fava, che ha voluto incontrare i rappresentati locali del Governo, della Magistratura e delle Forze dell’Ordine.
Visita ad Agrigento ieri del presidente della Commissione Regionale Antimafia Claudio Fava. Giornata di audizioni svolte con i vertici di Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza, Procura della Repubblica e Direzione Investigativa Antimafia. Fava, insieme ai colleghi commissari Margherita La Rocca Ruvolo, Carmelo Pullara e Stefano Pellegrino, ha annunciato gli esiti della missione della commissione.
Il “punto caldo” è stato la questione relativa alla società prima in provincia per fatturato e dipendenti assunti che di recente è stata raggiunta da una interdittiva antimafia emessa dalla Prefettura di Agrigento. “Quello del sistema di potere trasversale che s’era costruito attorno a Girgenti Acque è un tema che intendiamo approfondire ben oltre questa giornata – ha spiegato Claudio Fava -; per questo dall’inizio del prossimo anno terremo alcune audizioni mirate.”
Fava ha sottolineato come l’interdittiva antimafia emessa nei confronti di Girgenti Acque rappresenti uno “spartiacque rispetto al passato”. Il presidente della Commissione Regionale Antimafia fa riferimento nemmeno troppo velato a Nicola Diomede, predecessore dell’attuale Prefetto di Agrigento. Diomede risulta tra gli indagati nella vicenda che vede al centro Girgenti Acque e il presunto giro di assunzioni che avrebbe garantito alla società influenza e controllo a più livelli, anche dentro le istituzioni.
Fava si è soffermato a lungo sui mancati controlli da parte di Ati e Libero Consorzio nei confronti dell’ente gestore del servizio idrico integrato, mancanze che secondo il presidente della commissione potrebbero essere forse legate a questioni di assunzioni. Non ha mancato nemmeno di elogiare il lavoro svolto dall’attuale prefetto di Agrigento Dario Caputo.
Il lavoro della Commissione regionale antimafia, ha spiegato Fava, non si sovrappone a quello della magistratura ma vuole accertare eventuali responsabilità politiche.
Ieri si è parlato anche del sistema dei rifiuti, descritto come “da anni cristallizzato nelle mani di pochi soggetti e ovviamente della criminalità organizzata”. “Questo resta un territorio vulnerabile – ha aggiunto Claudio Fava -; di una vulnerabilità che si è evoluta nel corso del tempo: non c’è soltanto una mafia che oscilla tra elementi fortemente tradizionali e allo stesso tempo di grande modernità, ma c’è anche un livello superiore che il procuratore Patronaggio definisce una lobby trasversale. Una lobby – conclude Fava – che mira a intercettare i grandi processi di spesa pubblica, collegata – nella sua trasversalità – a ogni ambiente di tutela politica, senza un preciso colore e a circuiti massonici meno limpidi”.
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