Falsi Bonus Cultura: trecentomila euro sequestrati a imprenditore nisseno. Secondo l’inchiesta i 18enni avrebbero acquistato dal rivenditore per lo più smartphone, hardware e personal computer anziché abbonamenti al cinema o corsi di musica e lingue straniere per come previsto invece dal Ministero.
Smartphone e PC al posto di libri, abbonamenti a teatri e a musei, o corsi di lingue.
Così sarebbe stato utilizzato il Bonus Cultura 2017 destinato a circa 700 neo diciottenni a Caltanissetta secondo le indagini della Guardia di Finanza nissena.
L’inchiesta ha portato al sequestro preventivo, disposto dal GIP, di beni per circa 300mila euro nei confronti di una società che commercia apparecchi elettronici.
Il titolare è indagato, in concorso con la moglie, per indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato.
Stesso reato di cui si sarebbero resi responsabili i 700 neo maggiorenni, tutti rintracciati e ascoltati dalla Guardia di Finanza, nel loro caso estinguibile con una sanzione amministrativa.
Le indagini delle Fiamme Gialle, coordinate dalla Procura di Caltanissetta, sono durate per circa un anno, nel contesto di un’ampia operazione nazionale coordinata dal Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi della Guardia di Finanza di Roma.
Secondo l’inchiesta i 18enni avrebbero acquistato dal rivenditore per lo più smartphone, hardware e personal computer con il bonus del Ministero per i beni e le attività culturali destinato ad altri servizi come: abbonamenti al cinema o corsi di musica e lingue straniere.
L’analisi della documentazione avrebbe permesso di appurare la fittizia descrizione dei beni venduti nelle fatture elettroniche trasmesse al Ministero da parte della società e di constatare l’assenza dall’esame della contabilità dell’impresa degli acquisti indicati nei voucher.
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