Fiumi di droga dalla Calabria nel palermitano e da lì alle altre province siciliane, anche nell’agrigentino, fino a Lampedusa. Sarebbero una quindicina le misure cautelari in esecuzione oggi dagli agenti delle Squadre Mobili di Palermo, Agrigento, Siracusa e Reggio Calabria.
La droga arrivava dalla Calabria fino alla punta più estrema della Sicilia, Lampedusa. Vasta operazione della polizia, dalle prime luci dell’alba di oggi, che ha interessato le due regioni.
Una quindicina le misure cautelari in esecuzione da parte degli agenti della Squadra Mobile di Palermo congiuntamente con quelli delle questure di Agrigento, Reggio Calabria e Siracusa. Dalle prime indiscrezioni pare che gli agrigentini coinvolti siano quattro. Per due di questi scatterebbe il carcere, per un altro i domiciliari e per l’ultimo un obbligo di dimora.
L’indagine avrebbe fatto luce su un presunto traffico di stupefacenti, pare sia hashish che marijuana e cocaina, che dalla Calabria venivano acquistati da un’organizzazione palermitana. Da lì – tramite veri e propri capi-piazza – la droga sarebbe stata smistata in varie province siciliane tra le quali anche quella agrigentina, arrivando addirittura all’isola di Lampedusa.
I componenti della presunta associazione criminale avrebbero avuto ruoli ben specifici e suddivisi: solo ad alcuni sarebbe stata delegata la comunicazione con i referenti delle singole province di destinazione della sostanza stupefacente.
Lo smercio della “roba” sarebbe stato garantito da commercianti ambulanti, di fatto corrieri della droga, che, per il loro lavoro ufficiale, potevano portare lo stupefacente occultato tra la loro merce all’interno di camion e furgoni e raggiungere i mercati rionali senza destare sospetto.
Pur provenendo la maggior parte dello stupefacente dalla Calabria, dalle indagini sarebbe emerso che non mancavano fonti di approvvigionamento “locali”. Sarebbe il caso ad esempio di una piantagione di marijuana scoperta e sequestrata in territorio di Villafrati, nel palermitano, nel 2017. La stessa sarebbe stata “curata” da un soggetto che risulterebbe alle dirette dipendenze di uno dei principali esponenti dell’associazione criminale che gestirebbe questo presunto maxi spaccio di droga.
I provvedimenti eseguiti oggi dagli agenti delle Squadre Mobili sono stati firmati dal Gip del tribunale di Palermo, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura del capoluogo siciliano che ha coordinato l’indagine.
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