Fine settimana infernale, causa maltempo, in Sicilia e nell’agrigentino. Il bilancio registra innumerevoli danni e disagi, ma il dato più “nero” resta la morte di dodici persone.
L’allarme diramato dal Dipartimento Regionale della Protezione Civile era un “codice rosso”. Codice che è diventato poi nero con dodici morti, dieci nel palermitano e due nell’agrigentino. Alberi caduti, tetti scoperchiati, auto trascinate dall’acqua, famiglie sfollate: il maltempo ha messo in ginocchio la Sicilia, soprattutto la parte occidentale.
Il nubifragio ha colpito con durezza. Danni per milioni e milioni di euro. Ininterrottamente hanno lavorato sul campo, contro il pericolo, squadre di vigili del fuoco, protezione civile, forze dell’ordine e volontari.
Come detto, però, dodici vite sono state stroncate dall’azione irrefrenabile della natura. La furia del fango e dell’acqua ha fatto nove vittime a Casteldaccia e una a Vicari. A Cammarata, marito e moglie, residenti in Germania, sono stati travolti da una frana e la montagna di detriti li ha scaraventati in un burrone profondo circa 30 metri. Pare stessero rientrando a casa di parenti quando si è consumata la tragedia. I loro corpi sarebbero stati ritrovati decine, anche centinaia di metri lontani dalla macchina. A Cammarata sarà lutto cittadino.
I carabinieri, sabato scorso, hanno dislocato oltre duecento uomini su tutto il territorio agrigentino, principalmente nelle zone a ridosso dell’alveo dei fiumi, ma anche nei centri abitati e nelle campagne in difficoltà. Oltre 500 gli interventi in tutta la provincia. A Ribera l’azione dei militari ha consentito il ritrovamento di un disperso, un pastore 25enne, rinvenuto in stato di ipotermia e portato in ospedale.
Ad Agrigento sono state oltre una ventina le famiglie che sono state fatte evacuare dalle loro abitazioni per il rischio esondazione del fiume Akragas che sabato scorso si era pericolosamente ingrossato.
Il sindaco ha chiesto ai cittadini del capoluogo di fare sapere, con delle perizie, quali sono i danni subiti dal maltempo e la quantificazione degli stessi. Perizie che vanno consegnate all’ufficio di Protezione Civile comunale. Firetto ha annunciato che, una volta censita l’entità del danno complessivo, tutto verrà trasmesso alla Regione e al ministero dell’Interno per richiedere interventi.
Devastata dal maltempo è anche Palma di Montechiaro. La somma dei danni è stata stimata in circa 20milioni di euro. La Giunta del sindaco Stefano Castellino ha dichiarato lo stato di calamità naturale e quello di emergenza per eccezionale evento meteorico.
A Favara la frequente attività elettrica ha causato danni agli impianti elettrici e agli elettrodomestici di più di qualche casa. Danneggiato, probabilmente sempre a causa di un fulmine, anche l’impianto del cimitero Fontana degli Angeli e disagi anche per le famiglie del circondario.
Incalcolabili poi i danni alla viabilità urbana e provinciale. Detriti, fango e acqua hanno determinato la chiusura di molte strade, con la contestuale soppressione di diverse tratte ferroviarie. Due i treni rimasti bloccati dai detriti. Si è reso necessario l’intervento dei carabinieri per portare al sicuro personale e passeggeri.
Intanto oggi, su ordinanza dei sindaci, scuole chiuse a Cianciana, Ribera, Sciacca, Palma di Montechiaro, Menfi e Cammarata. Nella maggior parte dei casi la chiusura è stata disposta per verificare le condizioni degli edifici scolastici.
Commenta articolo