8 marzo significa “Festa della donna” e significa soprattutto ricordare l’importanza e il valore sociale e lavorativo dell’universo femminile.
Risalgono agli anni ’70 le prime iniziative promosse dai movimenti femministi.
Grazie al lavoro e all’opera di sensibilizzazione che da decenni sono stati portati avanti, tanto è stato fatto affinché oggi la donna possa ritenersi emancipata e avere riconosciuti i propri diritti, a partire da quello fondamentale del voto.
Appianate molte tra le disparità tra i sessi, non è difficile vedere oggi una donna ai vertici della società o con alti incarichi politici.
Volgendosi all’estero, ad esempio in Germania, c’è Angela Merkel, dal 22 novembre 2005 Cancelliera federale della Germania.
Ma non bisogna andare lontano per trovare degli esempi. Basta guardarsi intorno per trovarne qualcuno nel nostro territorio. Anna Alba, Ida Carmina o Maria Grazia Brandara sono infatti solo alcune delle sindaco donna della provincia di Agrigento. Ma ci sono anche la Quest’ora di Agrigento, la dottoressa Rosa Maria Iraci, o la Prefetto Maria Rita Cocciufa.
Il lavoro è senza dubbio ancora lungi dall’essere completato.
Non corretto sarebbe l’immaginario popolare sull’origine di questa festa. L’idea, erronea, vuole ricordare la tragedia dell’industria tessile Cotton nella quale l’8 marzo del 1908 123 lavoratrici morirono arse dalle fiamme. Le stesse, si racconta, stavano protestando per le terribili condizioni nelle quali erano costrette a lavorare e il proprietario della fabbrica aveva chiuso le porte dello stabilimento per impedire loro di uscire, quando un incendio doloso scatenò la tragedia. Ricostruzione dimostrata errata da diversi studi condotti da femministe ma che ad oggi, però, continua a essere considerata l’origine della ricorrenza.
Ma il principale problema oggi non è l’origine, bensì la perdita del valore di questa festa, sempre meno manifestazione del diritto delle donne. Fino a prima del Covid era divenuta puramente occasione per trascorrere una serata in compagnia di amiche in locali che organizzavano feste a tema.
Da un paio d’anni a questa parte si sta iniziando a fare dei mix che stanno facendo perdere il valore originario della festa delle donne. Nata per dare importanza e valore sociale e lavorativo all’universo femminile, oggi è divenuta un ulteriore momento per ricordare le tragedie del femminicidio.
In Italia, simbolo dal 1946 per la Giornata Internazionale della Donna è il ramo fiorito di mimosa. Fu una iniziativa della parlamentare comunista Teresa Mattei.
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