In vista del turno di ballottaggio di domenica e lunedì prossimi ad Agrigento, i due candidati a sindaco hanno fatto le loro scelte in tema di apparentamenti politici.
Allo scrutinio del primo turno, Francesco Miccichè ha riportato 11.612, mentre Calogero Firetto 8.986. Sono loro due a contendersi la poltrona di primo cittadino in quanto nessun candidato ha ottenuto direttamente almeno il 40% dei voti validi.
Ecco i voti di preferenza degli altri candidati, come indicato nell’estratto del verbale delle operazioni dell’ufficio centrale: Marco Zambuto 5.463, Daniela Catalano 3.186, Marcella Carlisi 1.488, mentre Angela Galvano 1.089.
Il candidato sindaco Lillo Firetto ha deciso di non fare alcun apparentamento con altre liste ma cambia ancora la giunta.
Rispetto alle prime designazioni, mantiene la quota rosa, confermando Giorgia Iacolino e Tanja Castronovo, e fa fuori Antonio Sutti, Giandomenico Vivacqua, vicino alle politiche del PD, e Giorgio Bongiorno di Italia Viva. Al loro posto tornano Nello Hamel e Nino Amato, viene designato il primario di pediatria Giuseppe Gramaglia, i candidati consiglieri Mario Fontana (figlio di Enzo), Gioacchino Alfano e i due più votati di Onda e Noi, liste in quota Carmelo Pullara, ovvero Alfonso Mirotta e Pasquale Spataro.
Il candidato sindaco Franco Miccichè ha deciso invece l’apparentamento tecnico con le liste di Forza Italia e Diventerà Bellissima. Si tratta di un’alleanza con due liste che al primo turno avevano sostenuto Marco Zambuto. In quota Fratelli d’Italia invece viene nominato un’assessore.
Gli assessori designati sono l’ex presidente del consiglio comunale Aurelio Trupia, Roberta Lala (quota Vox) che prende il posto di Fusaro, confermati il consigliere Marco Vullo, il presidente di Confcommercio Francesco Picarella, Giovanni Vaccaro . In quota Diventerà Bellissima nominato Gianni Tuttolomondo, giovane disabile indicato dal presidente della Regione Nello Musumeci. Assessori anche in quota Meloni e Forza Italia. Si tratta di Costantino Ciulla (primo dei non eletti di Fratelli d’Italia) e Nino Costanza Scinta, primo dei non eletti di Forza Italia.
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