Ancora tafferugli, rivolte e incendi nel centro di accoglienza di viale Cannatello, ad Agrigento.
Oltre una 60ina di migranti, per lo più tunisini, ospitati nel centro vogliono andare via dopo aver trascorso la loro quarantena all’interno della struttura. Ma è un grosso problema da risolvere visto che, a quanto pare, non possono farlo: gli ultimi tamponi effettuati ad alcuni migranti avrebbero dato esito positivo al Covid-19.
Ieri pomeriggio diversi ospiti affacciati dalle finestre e balconi avrebbero lanciato oggetti verso la strada.
Immediato l’intervento di Carabinieri, Polizia di Stato ed Esercito in tenuta antisommossa. Si sono registrati momenti di tensione.
Gli animi sono poi tornati ad agitarsi particolarmente qualche ora dopo.
In serata alcuni manifestanti hanno scaraventato giù per le scale alcuni materassi e altro materiale infiammabile appiccando il fuoco. Oggetti sono stati lanciati contro gli agenti di Polizia, ferendone alcuni.
Per domare le fiamme è stato necessario l’intervento dei Vigili del fuoco.
Alcuni migranti, nel tentativo di fuggire dal centro d’accoglienza, si sono lanciati dalle finestre e alcuni di loro sono rimasti feriti e sono stati trasferiti in ospedale. Altri sono riusciti ad allontanarsi e poco dopo sono stati rintracciati dagli uomini delle forze dell’ordine.
“Queste vicende – dice il segretario generale della Fsp Valter Mazzetti – si verificano con una frequenza allarmante, ma invece sono ormai vissute come fossero normali, e questo è inaccettabile”. Per Mazzetti “queste strutture sono bombe a orologeria sul piano anzitutto sanitario, considerata l’emergenza coronavirus, ma anche sociale e dell’ordine e sicurezza pubblica. Praticamente ovunque, in queste strutture – conclude –, i migranti rifiutano di rimanere in quarantena. Le rivolte e le fughe di massa sono continue, e noi non siamo numericamente in grado di affrontarle, né abbiamo protocolli chiari in tal senso. Rischiamo sistematicamente il massacro, mentre vengono commessi reati gravissimi”.
[foto Nino Ravanà]
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