A seguito all’incendio avvenuto nella notte tra venerdì 21 e sabato 22 agosto al barcone “El Peskador” installato sul Belvedere della Collina San Francesco, si registrano le prime reazioni.
Anna Alba, sindaca di Favara:
Abbiamo appreso, stamani, la triste notizia del gesto vile che ha colpito la nostra comunità.
Intorno alle ore 03:00, tra la notte di venerdì e sabato, nel piazzale Belvedere di San Francesco, è stata bruciata la barca
El Pescador “simbolo dell’accoglienza e dell’immigrazione.
Nell’auspicio che sia solamente un mero atto vandalico e non un gesto razzista.
Il favarese On. Giovanni Di Caro (M5S all’Ars):
Stanotte, a Favara, la barca El Peskador, simbolo dell’innata propensione all’accoglienza del popolo siciliano, e di quello favarese in particolare, è stata data alle fiamme.Quando si esasperano i toni sul fenomeno dei migranti o quando si parla impropriamente di “invasione”; di quelli che vengono ad infettarci perché portatori del covid-19 (nulla di più falso), si trova sempre l’invasato di turno che commette azioni deprecabili e meschine, come quella di stanotte.Noi non siamo così. Mai confondere chi cerca asilo o benessere, approdando sulle nostre coste, e chi invece approfitta di una gestione del fenomeno tutta da rivedere. Tutta.“Ero forestiero e mi avete accolto”, queste le parole scritte in una fiancata del barcone “El pescador”, opera dei frati minori del convento Sant’Antonio di Favara.Il popolo siciliano, un popolo cresciuto sul mare Africano, non può non avere l’accoglienza nel proprio dna.La nostra storia è fatta di accoglienza che nei secoli è diventata cultura, ricchezza, speranza e bellezza!Chi ha commesso il reato di incendio doloso su una imbarcazione così carica di simboli, non rappresenta nessuno. Rappresenta l’ignoranza, la meschinità e la vigliaccheria di una sparuta minoranza di stupidi.
Il partito della Rifondazione Comunista di Favara condanna il vile gesto compiuto nella notte da ignoti e consistito nel dare alle fiamme “El Pescador”, nave simbolo dell’accoglienza, posta sulla collina San Francesco.
Da più parti si discute se si tratti di atto di razzismo o di semplice atto vandalico; noi propendiamo per la prima ipotesi: non ci sembra, infatti, una semplice casualità che tra tante cose e posti l’attenzione dei “presunti vandali” si sia concentrata su una barca dall’alto valore simbolico.
Quanto accaduto diventa ancora più grave se si considera che qualche tempo fà comparvero sui muri del nostro paese scritte ed insulti razzisti accompagnati da una svastica.
Riteniamo che questi fatti siano il frutto di un clima di odio ed intolleranza alimentato negli ultimi anni da più parti, persino da chi sta dentro le istituzioni.
Per queste ragioni riteniamo che non bisogna in alcun modo minimizzare questi gesti, ma al contrario condannarli apertamente e fortemente chiedendo a gran voce di andare a fondo della questione ed individuando i responsabili.
Come collettività lo dobbiamo a noi stessi, alle future generazione e al nostro paese, perché il sonno della ragioni genera mostri.
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