Oggi è il quarto giorno di sciopero consecutivo degli operatori ecologici in servizio a Favara. Sono in agitazione perché non ricevono lo stipendio da tempo.
I netturbini avevano preannunciato tramite le loro organizzazioni sindacali la volontà di incrociare le braccia per venerdì 19 e sabato 20 giugno scorso se il loro stipendio non fosse stato pagato. Beh, il pagamento non è avvenuto e lo sciopero è poi proseguito arbitrariamente anche ieri e oggi e probabilmente proseguirà ancora.
Le imprese che dovrebbero inviare gli stipendi, a loro volta, dicono di non poterlo fare se non ricevono i soldi delle fatture per i servizi resi al Comune di Favara, in ritardo appunto con i pagamenti.
Ieri e oggi gli operatori ecologici hanno protestato davanti al municipio e si dicono disposti a continuare a oltranza con la loro astensione dal lavoro fino a quando non giunga una risposta definitiva che li rassicuri sul fatto che la situazione non si ripeterà nel futuro.
Non vogliono ritrovarsi nella condizione di essere nuovamente costretti a scioperare nei prossimi mesi.
Domani andranno anche ad Agrigento davanti alla Prefettura. Intendono farsi sentire davvero e avere delle rassicurazioni sul pagamento dei loro salari anche nel futuro.
Intanto Favara è stracolma di rifiuti e a piangerne le conseguenze sono la città e i cittadini. Tralasciando l’emergenza sanitaria che si sta causando, offrire questo spettacolo a chi ritorna a Favara dal Nord, o viene a visitare la città dell’agnello pasquale perché timidamente incoraggiato dall’assenza del Covid-19, non è certamente il massimo per un paese a vocazione turistica.
L’intervista a Totò Restivo, operatore ecologico
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