Lo scorso settembre l’omicidio di un 68enne all’ingresso di Canicattì. Dopo oltre tre settimane dall’assassinio, è stata ritrovata l’arma del delitto.
È stata ritrovata l’arma del delitto usata nell’omicidio avvenuto più di tre settimane fa in c.da Calici, all’ingresso di Canicattì. A perdere la vita fu l’agricoltore canicattinese Vincenzo Sciascia Cannizzaro, 68 anni. Il delitto avvenne in mezzo a una stradina di campagna, davanti a distese di vigneti. Sciascia Cannizzaro sarebbe stato ucciso a colpi di arma da fuoco che lo avrebbero raggiunto al volto.
La pistola, una calibro 7,65 con matricola abrasa e due proiettili ancora nel serbatoio, uno dei quali in canna, è stata ritrovata dalla polizia e dai carabinieri a margine della stradina d’ingresso a un appezzamento di terreno in c.da Cazzola, a Canicattì.
Il ritrovamento sarebbe stato possibile anche grazie alla collaborazione del reo confesso dell’omicidio, Carmelo Rubino, anche lui 68enne come la vittima. Il presunto killer, alla fine dello scorso mese, avrebbe ammesso prima al pm Paola Vetro (che coordina l’inchiesta) e poi davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Agrigento, Luisa Turco, di essere stato lui a sparare.
Alla base dell’assassinio ci sarebbero stati continui dissapori e litigi per il passaggio su una stradella di campagna che porta a due terreni vicini, di cui sarebbero proprietari la vittima e il presunto omicida. I due 68enni, il 27 settembre scorso, si sarebbero incontrati in c.da Calici. Ne sarebbe nata l’ennesima accesa discussione per il passaggio dei mezzi di raccolta dell’uva sulla strada. Al culmine della lite, Carmelo Rubino avrebbe estratto la pistola e fatto fuoco alla testa di Vincenzo Sciascia Cannizzaro.
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