Mancano all’appello ancora diversi dispersi – e tra loro pare che ci siano anche bambini molto piccoli – dopo il naufragio avvenuto ieri non distante dalle coste di Lampedusa. A bordo del barcone, che imbarcava acqua e con il motore in avaria, nessuno degli oltre 50 migranti aveva un salvagente. “Se lo avessero avuto, – spiega il procuratore aggiunto Salvatore Vella, giunto a Lampedusa per seguire le indagini da vicino – ora sarebbero tutti salvi”.
Sono 13 – tutte di donna, tra queste anche quella di una bambina – le salme recuperate dalla Guardia Costiera e dalla Guardia di Finanza dopo il naufragio del barcone con a bordo circa 50 migranti avvenuto ieri a poche miglia da Lampedusa. A essere sopravvissuti sono 13 uomini e 9 donne, morti o dispersi gli altri.
Per il procuratore aggiunto Salvatore Vella, recatosi nella stessa giornata di ieri a Lampedusa per coordinare le operazioni investigative, la carretta del mare che trasportava i migranti ha compiuto un viaggio anomalo. Sarebbe partita dalla Libia, ma avrebbe fatto sosta in Tunisia prima di riprendere il largo.
Sulla tragedia consumatasi nelle prime ore di questa settimana, la Procura di Agrigento ha aperto un fascicolo d’inchiesta a carico di ignoti. Si ipotizzano il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e la morte come conseguenza di altro reato.
“È strano che [i migranti] siano stati fatti partire con queste condizioni di mare”, ha spiegato ai cronisti il magistrato Salvatore Vella. Il procuratore aggiunto ha confermato che tra i dispersi, le cui operazioni di ricerca sono in grande difficoltà a causa delle condizioni meteo avverse, ci sono diversi bambini, alcuni dei quali molto piccoli. All’appello mancherebbero all’incirca una quindicina o una ventina di persone, tra le quali un bambino di 8 mesi annegato insieme alla mamma.
Il pm, già ieri, stava sentendo i superstiti che hanno passato la notte all’hotspot di c.da Imbriacola. Sarebbero tutti sotto shock per quanto accaduto. Oltre a individuare eventualmente lo scafista, si sta cercando di ricostruire la traversata finita in tragedia. “A bordo erano tutti senza salvagente – ricostruisce Vella -, se lo avessero avuto, ora sarebbero tutti salvi. Sul barcone erano più di 50. La maggior parte dei sopravvissuti sono salvi solo grazie al coraggio degli uomini della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza”.
Secondo le dichiarazioni del pm, il barcone carico di migranti, lungo una decina di metri, all’arrivo dei soccorritori già imbarcava acqua e aveva il motore che non andava. “Quella barca – aggiunge l’aggiunto – non era in condizione di attraversare il mare”.
Sul tragico naufragio, intanto, scatta la polemica. “La cronaca torna a regalarci altri morti a Lampedusa, figli del buonismo, della riapertura dei porti, del rinnovato entusiasmo degli scafisti – commenta l’ex Ministro dell’Interno, Matteo Salvini -. Questi morti chi li piange? Chi – conclude il leader della Lega – ha permesso che riprendessero i traffici”.
“L’ex ministro Salvini, politicamente responsabile di una cultura di genocidio, dovrebbe solo tacere e vergognarsi – risponde il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando -. Quanto avvenuto a Lampedusa – ribatte il sindaco – è la conferma che la chiusura dell’operazione Mare Nostrum e la criminalizzazione delle Ong che salvano vite in mare produce l’ennesima tragedia”.
Per Giorgia Meloni la soluzione alla tratta di esseri umani e alle morti in mare è una sola: bloccare le partenze. Blocco navale.
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