Un peschereccio, probabilmente usato per uno sbarco fantasma, giunto qualche giorno fa a Capo Bianco, è affondato, spargendo lungo il litorale i resti dell’imbarcazione. La segnalazione arriva da Mareamico.
Tra gli effetti collaterali del fenomeno dell’immigrazione clandestina non ci sono solo le questioni sociali. L’ultima denuncia dell’associazione ambientalista Mareamico riguarda un presunto caso di inquinamento.
“Ecco la fine che fanno la gran parte dei mezzi utilizzati dai migranti per arrivare sulle coste siciliane, attraverso gli sbarchi fantasma”, scrivono da Mareamico descrivendo le immagini fornite dalla stessa associazione. Immagini che immortalano i resti di una imbarcazione sparsi lungo il litorale. “Questo peschereccio tunisino di circa 10 metri – spiega Claudio Lombardo, responsabile di Mareamico, – era arrivato, assolutamente indisturbato, qualche giorno fa a Capo Bianco di Eraclea Minoa, senza che nessuno dei circa 40 migranti fosse stato visto o fermato dalle forze dell’ordine”.
Il giorno successivo allo sbarco fantasma, secondo la ricostruzione di Mareamico, la Capitaneria di porto di Porto Empedocle era intervenuta per cercare di trainare la barca in un posto sicuro, ma ogni tentativo sarebbe risultato vano. Infine, “la barca è appena affondata, disseminando in un lungo tratto di costa rifiuti seriamente inquinanti!”, scrivono dall’associazione ambientalista.
Gli sbarchi fantasma molte volte lasciano le imbarcazioni usate sulla riva o poco distanti dalla spiaggia, alla mercé delle onde. Un effetto collaterale di un fenomeno molto diffuso nell’agrigentino che deturpa le coste e inquina il mare.
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