“Vizi tecnici di legittimità” nell’ordinanza del sindaco di Raffadali che vuole estromettere Girgenti Acque dalla gestione del servizio idrico in città. La precisazione arriva dalla Prefettura di Agrigento.
Le intenzioni del sindaco di Raffadali, Silvio Cuffaro, erano chiare. Con apposita ordinanza il Comune del primo cittadino, dal mese di ottobre, avrebbe tagliato i ponti con Girgenti Acque e gestito in proprio le reti, in attesa di sviluppi da parte dell’ATI per l’avvio della nuova forma di gestione del servizio idrico, che, ricordiamo, sarà un’azienda consortile.
Dalla Prefettura, però emerge che l’ordinanza adottata da Cuffaro presenta “vizi tecnici di legittimità”. Dall’ufficio territoriale del Governo fanno sapere che “la Prefettura non può che confermare la competenza dell’Assemblea territoriale idrica di Agrigento e dei commissari incaricati della gestione straordinaria a regolamentare distribuzione e tariffe del servizio idrico integrato”.
Secondo la Prefettura, insomma, la gestione dell’acqua spetta di competenza all’ATI e a Girgenti Acque – seppur commissariata – e non al singolo Comune.
Alla base della decisione del primo cittadino di voler tagliare i rapporti con l’Ente gestore del servizio idrico, si legge nelle motivazioni dell’ordinanza sindacale, ci sono nero su bianco varie presunte responsabilità e inadempienze di Girgenti Acque S.p.A. nei confronti soprattutto dell’utenza raffadalese. Quanto disposto dall’ordinanza sindacale, tuttavia, deve adesso fare i conti con i “vizi tecnici di legittimità” evidenziati dalla Prefettura.
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