Omicidio a Canicattì, catturato il presunto autore che ha confessato l’efferato gesto. Alla base dell’assassinio ci sarebbero stati dissidi vari dovuti al cattivo vicinato.
Omicidio nella tarda mattinata di ieri in contrada Russo Calici, a Canicattì. A perdere la vita l’agricoltore Vincenzo Sciascia Cannizzaro, 68 anni. Il delitto è avvenuto in mezzo a una stradina di campagna, davanti a distese di vigneti. Sciascia Cannizzaro sarebbe stato raggiunto alla testa da un fatale colpo di pistola. Pare siano due i proiettili esplosi, forse da una calibro 7,65, non chiaro quanti ne siano andati a segno. L’arma non sarebbe stata ancora trovata.
Già nella giornata di ieri è stato catturato il presunto killer: Carmelo Rubino, anche lui 68 anni, è ritenuto il responsabile dell’omicidio. I dettagli sono stati esposti questa mattina nel corso di una conferenza stampa presso i locali del Commissariato di Canicattì. Le indagini sono state congiuntamente svolte dalla Squadra Mobile di Agrigento, dal Nucleo Investigativo di Agrigento, dal Commissariato di Polizia di Canicattì e dalla Compagnia dei Carabinieri, tutti coordinati dal sostituto procuratore Paola Vetro.
Alla base dell’omicidio si ipotizzano continui dissapori e litigi per il passaggio su una stradella di campagna che porta a due terreni vicini di cui sarebbero proprietari la vittima e il presunto killer. Secondo la ricostruzione delle forze dell’ordine e della Procura di Agrigento, i due 68enni si sarebbero incontrati nella tarda mattinata di ieri, come spesso accadeva, in c.da Russo Calici. Ne sarebbe nata l’ennesima accesa discussione per il passaggio dei mezzi di raccolta dell’uva sulla strada. Al culmine della lite, Carmelo Rubino avrebbe estratto una pistola e fatto fuoco alla testa di Vincenzo Sciascia Cannizzaro per poi darsi alla fuga a bordo della sua vettura.
Rubino avrebbe confessato il misfatto. Sarebbero stati i familiari della vittima ad avvisare le forze dell’ordine. Gli inquirenti spiegano anche che nei pressi del luogo del delitto erano presenti diversi soggetti per questioni lavorative che hanno potuto notare la scena. Interrogati, avrebbero reso delle dichiarazioni e, di fronte ai palesi elementi di reità a suo carico, Carmelo Rubino avrebbe vuotato il sacco. Il 68enne è stato trasferito in carcere ad Agrigento. I capi d’imputazione provvisoria sono omicidio aggravato e porto illegale di arma comune da sparo.
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