“Se vogliamo un’acqua veramente pubblica, la gestione del servizio idrico non può che essere regolamentata attraverso la formazione di un’azienda speciale consortile”. A dirlo sono le associazioni per l’acqua pubblica che ieri si sono radunate davanti al Municipio di Agrigento.
Qualora ce ne fosse stato bisogno, lo hanno ribadito ancora una volta: la vera e unica forma di gestione pubblica del servizio idrico passa attraverso la formazione di un’azienda speciale consortile. Questa tesi cercano di fare valere le associazioni per l’acqua pubblica che ieri pomeriggio, ai piedi del Municipio di piazza Pirandello, ad Agrigento, hanno manifestato per far sentire la propria voce.
Questo perché l’ATI, l’Assemblea Territoriale Idrica che è formata dai vari sindaci della provincia, deve decidere per il dopo Girgenti Acque e due sono le strade percorribili prese in esame per la gestione del servizio idrico: l’azienda speciale consortile – promossa caldamente, appunto, dalle associazioni per l’acqua pubblica – e la Spa a capitale pubblico, in merito alla quale si era espresso a favore nei giorni scorsi l’assessore comunale di Agrigento Nello Hamel e apertamente favorita dalla sindaca di Sciacca e presidente dell’ATI Francesca Valenti. Assessore di Agrigento che ieri però, a seguito della protesta, ha ritrattato dicendo che proseguirà verso l’azienda speciale consortile.
L’assemblea tenutasi all’ingresso di Palazzo dei Giganti, organizzata dalle associazioni, ha visto tanti partecipanti e tra questi attori della politica che si sono schierati contro una possibile società per azioni a totale capitale pubblico. Tra i promotori della manifestazione, ieri, era presente anche il coordinamento Titano.
L’incontro si è tenuto a un giorno dall’ultima riunione dell’ATI. Tra i punti in approvazione da parte dei sindaci, questo pomeriggio, appunto, anche la scelta su quale forma di gestione adottare dopo l’era di Girgenti Acque.
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