Era il mese di marzo quando scattò l’operazione “Pit Stop” dei carabinieri che portò alla luce, a Ribera, un presunto giro di droga: hashish, cocaina ed eroina. Adesso arriva la condanna per il presunto “pusher”.
La sentenza del giudice del Tribunale di Sciacca, Alberto Davico, è stata di condanna: 6 anni e 6 mesi di reclusione per il tunisino Rafik Bassir, 38 anni, considerato il personaggio principale dell’inchiesta antidroga che ha portato alla luce un presunto giro di droga a Ribera.
L’inchiesta – coordinata dalla Procura della Repubblica di Sciacca e condotta dai carabinieri – portò lo scorso marzo all’operazione denominata “Pit Stop”, quando i militari dell’Arma della Compagnia di Sciacca e della Tenenza di Ribera arrestarono e portarono in carcere Bassir e un altro tunisino, Rohai Amin, di 35 anni.
I carabinieri avrebbero scoperto una rete di spaccio di hashish, cocaina ed eroina destinate a essere fruite nelle piazze di Ribera e dintorni. I militari hanno documentato innumerevoli episodi di cessione di sostanze stupefacenti provenienti dall’abitazione in uso ai due stranieri, diventata un vero e proprio “supermarket” della droga.
Il modus operandi era quasi sempre lo stesso: i clienti si avvicinavano all’abitazione in questione e i due pusher, aprendo la porta o la finestra, o uscendo fuori in prima persona, cedevano la sostanza già pronta e impacchettata, ritirando in cambio il denaro contante. Un volume d’affari che si stimava avesse fruttato, in un solo mese, diverse migliaia di euro. Tutto questo avveniva nella centralissima via Roma di Ribera.
Quando scattò l’operazione, venne sequestrato oltre un chilo di droga. Ora il Tribunale di Sciacca ha condannato il presunto “pusher” Rafik Bassir a 6 anni e 6 mesi di reclusione. Per lui l’accusa aveva chiesto una condanna più pesante: 10 anni di reclusione. Il processo si è svolto col rito abbreviato.
Commenta articolo