Sea-Watch. Il gip del Tribunale di Agrigento Alessandra Vella non ha convalidato l’arresto della capitana Carola Rackete. “Ha agito –ha spiegato il giudice- per adempiere al dovere di portare in salvo i migranti”. Intanto Salvini chiede l’immediata espulsione della tedesca qualificandola come “criminale”. Ecco che dopo questa dichiarazione Salvini rischia il processo.
Il gip di Agrigento Alessandra Vella non ha convalidato l’arresto. Carola Rackete, la comandante della Sea-Watch 3, torna libera dopo quattro giorni trascorsi agli arresti domiciliari. Una giornata di lunghissima attesa ieri, poi alle 20.00 il verdetto del giudice.
II gip è andata ben oltre la richiesta dei pm: ha escluso il reato di resistenza e violenza a nave da guerra e ha ritenuto che il reato di resistenza a pubblico ufficiale sia stato giustificato da una “scriminante” legata all’avere agito “all’adempimento di un dovere”, quello di salvare vite umane in mare.
Viene dunque meno la misura degli arresti domiciliari decisa dalla Procura che aveva chiesto la convalida della misura restrittiva e il divieto di dimora in provincia di Agrigento. Il gip sottolinea anche che la scelta del porto di Lampedusa non sia stata strumentale, ma obbligatoria perché i porti della Libia e della Tunisia non sono stati ritenuti porti sicuri.
Immediato il commento di Salvini sulla sentenza del gip. “Per la magistratura italiana ignorare le leggi e speronare una motovedetta della Guardia di Finanza non sono motivi sufficienti per andare in galera. Nessun problema –ha continuato-: per la comandante criminale Carola Rackete è pronto un provvedimento per rispedirla nel suo Paese perché pericolosa per la sicurezza nazionale. Tornerà nella sua Germania, dove non sarebbero così tolleranti con una italiana che dovesse attentare alla vita di poliziotti tedeschi”.
E in effetti ieri sera il prefetto di Agrigento ha firmato un provvedimento di espulsione per la comandante. Ma questo sarà valido solo se controfirmato dal magistrato. Ricordiamo che la capitana tra qualche giorno, il 9 luglio prossimo, dovrà nuovamente essere risentita dai magistrati per l’altra ipotesi di reato per cui è indagata: favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Le pesanti dichiarazioni di Salvini però adesso potrebbero ripercuoterglisi contro. La qualifica di “criminale” usata dal ministro nei confronti della capitana della nave Sea-Watch 3 potrebbe costargli una denuncia e quindi un processo.
Intanto la nave della Ong è approdata al porto di Licata, dove resterà sotto sequestro a disposizione dell’autorità giudiziaria. Anche la comandante ha lasciato stanotte il territorio agrigentino, in attesa dell’interrogatorio del prossimo 9 luglio.
Commenta articolo