Giuseppe Scozzari si dimette dalla carica di consigliere comunale di Licata. Il 47enne è uno dei sette fermati nella recente operazione antimafia “Assedio”. Per lui l’accusa è quella di concorso esterno in associazione mafiosa, in quanto si sarebbe fatto aiutare dalla presunta famiglia mafiosa licatese al fine di ottenere i voti necessari per essere eletto consigliere comunale. In cambio, avrebbe garantito “corsie preferenziali” all’interno dell’ospedale di Licata e dell’Asp di Agrigento.
Era stato fermato all’alba dello scorso mercoledì durante il blitz antimafia dei carabinieri denominato “Assedio”, che avrebbe disarticolato la presunta famiglia mafiosa di Licata e interessato anche un soggetto mafioso di Campobello di Licata. Giuseppe Scozzari, 47 anni, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa, si è dimesso da consigliere comunale di Licata. L’atto di dimissioni è stato protocollato ieri, in Municipio, dal suo avvocato.
Secondo l’accusa della Dda di Palermo, che ha coordinato le indagini dei carabinieri ed emesso i decreti di fermo, l’ormai ex consigliere si sarebbe appoggiato alla famiglia mafiosa di Licata per ottenere voti durante le amministrative di Licata di giugno 2018.
In cambio della promessa di voti, Scozzari – responsabile del servizio tecnico dell’ospedale di Licata, nonché influente funzionario dell’Asp di Agrigento – avrebbe garantito delle “corsie preferenziali per l’accesso ai servizi dell’Asp a persone indicate da Angelo Occhipinti”, che è considerato dagli inquirenti il reggente della famiglia mafiosa licatese.
Durante le indagini che hanno portato all’operazione “Assedio” gli investigatori avrebbero intercettato la seguente frase: “Votiamolo che questo comanda più dei primari e ogni due tre siamo in ospedale”. A pronunciarla sarebbe stato proprio Occhipinti, 65enne licatese con diverse condanne per mafia, riferendosi a Scozzari.
Secondo la Dda di Palermo, inoltre, l’ex consigliere comunale avrebbe messo a disposizione il proprio peso politico all’interno del Comune per far ottenere a Occhipinti e a un altro soggetto, Raimondo Semprevivo, la regolarizzazione amministrativa di un’area posta a sequestro.
Ieri mattina, durante gli interrogatori che si sono tenuti nel carcere di c.da Petrusa, Giuseppe Scozzari avrebbe negato le accuse davanti al gip di Agrigento, Stefano Zammuto. Il fermato avrebbe sostenuto come tra lui e il presunto boss mafioso di Licata non ci sia stato nessun patto elettorale o di altra natura. Scozzari sosterrebbe di avere con Angelo Occhipinti solo rapporti di natura familiare “perché -avrebbe spiegato- è l’ex suocero di mio cognato Raimondo Semprevivo”.
In totale sono 7 i fermi disposti dalla Dda di Palermo. Oltre all’ex consigliere comunale Giuseppe Scozzari e al presunto boss mafioso Angelo Occhipinti ci sono: Raimondo Semprevivo, 47 anni; Vincenzo Bellavia, 34 anni; Angelo Graci, 31 anni; Giuseppe Puleri, 39 anni e Giuseppe Salvatore Spiteri, 46 anni.
L’unico altro indagato che ha risposto alle domande del giudice respingendo le accuse, oltre a Scozzari, è Angelo Graci. Tutti gli altri si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Oggi la decisione del gip se convalidare o meno i fermi.
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