Contrasto allo spaccio, tutela dell’ambiente, far luce sui casi di omicidio e assicurare alla giustizia gli autori di gravi fatti di sangue. Questo il bilancio dell’ultimo anno di attività dei Carabinieri nel territorio agrigentino.
Festeggiare i 205 anni dalla fondazione dell’Arma dei Carabinieri è un momento di ricordo, di sguardo al futuro e agli impegni che aspettano i militari, ma è anche tempo di bilanci.
Un bilancio dell’attività svolta nell’ultimo anno dagli uomini e dalle donne dell’Arma su tutto il territorio provinciale lo ha tracciato ieri, ai piedi del Tempio della Concordia, il Comandante Provinciale Giovanni Pellegrino. Il pensiero volge prima di tutto al giugno del 2018 – ha detto il Colonnello – quando i militari del reparto operativo hanno ulteriormente cristallizzato gli esiti delle attività investigative della nota operazione antimafia “Montagna”, con l’arresto di ulteriori 10 elementi di spicco ritenuti ai vertici dei 3 mandamenti e delle 16 famiglie mafiose a essi collegati che si sono aggiunti ai già 59 affiliati assicurati alla giustizia il precedente 29 gennaio.
5 poi gli omicidi, negli ultimi 12 mesi, consumati nel territorio provinciale per i quali hanno proceduto i Carabinieri. Tutti risolti con l’identificazione e l’assicurazione alla giustizia dei presunti autori e dei loro complici. Gli investigatori dell’Arma hanno però risolto anche un sesto grave fatto di sangue, arrestando dopo oltre 25 anni il presunto autore di un omicidio di mafia commesso nel 1993 ai danni di un imprenditore che si era ribellato al pizzo imposto da Cosa Nostra.
Numerose le armi da fuoco – e talvolta anche da guerra – nella disponibilità della criminalità organizzata che i carabinieri hanno sequestrato e tolto dalla strada. Numerosi, ha specificato il Comandante Pellegrino, anche i blitz spesso ad alto rischio per contrastare il fenomeno dello spaccio di stupefacenti anche a giovanissimi. È stata ricordata l’operazione “Piazza Pulita”, recentemente svolta dai carabinieri della Compagnia di Agrigento, che ha smantellato una cellula straniera di presunti pusher che avevano occupato i vicoli intorno a piazzetta Ravanusella, nel capoluogo, spacciando anche a studenti minorenni.
Altra operazione importante, l’estate scorsa, è stato il ritrovamento di una maxi piantagione di canapa indiana e il sequestro a Campobello di Licata di oltre 30 tonnellate di marijuana. 3 le persone arrestate.
Il bilancio del Colonnello continua. Nell’ultimo anno sono stati 114 gli spacciatori arrestati nel territorio della provincia di Agrigento. Oltre una tonnellata e mezzo invece la droga sequestrata. 18 i rapinatori assicurati alla giustizia, 107 gli arrestati per furto.
“Guerra” anche ai crimini di natura ambientale. Sequestrate oltre 70 discariche abusive di rifiuti di vario genere, anche pericolosi. 394 le persone segnalate nell’ultimo anno per l’abbandono illegale dei rifiuti, a ognuna di esse i militari hanno elevato una sanzione di 600 euro, per un ammontare complessivo di 236mila euro.
Contrasto anche al “lavoro in nero”. In un anno sono stati scovati 102 lavoratori irregolari, nell’ambito di 185 accessi ispettivi, con sanzioni per oltre 340mila euro. E ancora sono stati controllati decine di esercizi pubblici e di ristorazione, con conseguenti sanzioni per oltre 71mila euro e con il sequestro di circa 22 quintali di alimenti mal conservati.
734, il 30% in più rispetto all’anno precedente, sono state nel 2018 le persone arrestate, a cui se ne aggiungono altre 301 nei primi 5 mesi del 2019. Questi sono i risultati di quasi 135mila ore di pattuglie e perlustrazioni svolte dall’inizio dell’anno, che hanno portato al controllo di oltre 90mila soggetti e di 63mila veicoli.
Generalmente ridimensionato, in provincia, l’indice di delittuosità rispetto all’anno passato, con una riduzione di quasi il 40% dei furti in abitazione, di oltre il 20% delle rapine e di circa il 45% dei danneggiamenti seguiti da incendio.
Il Comandante Provinciale dei Carabinieri ha chiuso il bilancio citando la disastrosa alluvione del 4 novembre scorso. 2 furono le vittime, ma molte di più se ne sarebbero potute contare se oltre 200 carabinieri non avessero perlustrato per oltre due giorni consecutivi l’intero territorio provinciale. L’intervento più valoroso, ha concluso il Colonnello Pellegrino, si è svolto a Ribera: un pastore 25enne era stato trascinato via dalle acque del fiume Platani esondato. I carabinieri della Stazione di Cattolica Eraclea, facendosi strada a piedi nonostante la piena del fiume e poi a bordo di mezzi di fortuna, riuscirono a localizzare e salvare il disperso, in avanzato stato di ipotermia.
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