Anche ieri è saltato il consiglio comunale di Favara con tema le dimissioni della prima cittadina Alba dal consiglio direttivo dell’ATI. Per la terza volta in due giorni è mancato il numero legale.
Era stato rinviato a ieri, per mancanza del numero legale, il consiglio comunale di Favara straordinario e aperto per discutere le dimissioni della sindaca Anna Alba dal consiglio direttivo dell’ATI. Anche ieri, però, il numero legale non è stato raggiunto.
Presenti in aula solo sette consiglieri comunali su 24: Marilì Chiapparo, Rossana Castronovo, Sergio Caramazza, Carmelo Sanfratello, Carmelo Costa, Danila Baio e il presidente della pubblica assise Salvatore Di Naro. Questa volta c’era anche la Giunta quasi al completo, compresa la diretta interessata – la sindaca Alba – che aveva invece disertato il giorno prima, quando per l’occasione erano venuti per partecipare numerosi cittadini e rappresentanti di associazioni provenienti da diverse parti dell’agrigentino.
Ancora una volta, la maggior parte dell’opposizione ha disertato l’aula Falcone-Borsellino rinunciando in tal modo alla sua vocazione, appunto, di “opposizione”. Per la terza volta in due giorni, però, la vera grande assente è stata la maggioranza pentastellata che, con il suo assenteismo, non ha permesso lo svolgersi del consiglio comunale per mancanza del numero legale. Insomma, pare proprio che questa pubblica assise, che poteva offrire ottimi spunti per affrontare il tema dell’acqua pubblica, del Servizio Idrico Integrato e dell’ATI, “non s’abbia da fare”.
Il tutto è rinviato a data da destinarsi. Certo è che l’aula consiliare deserta – ieri e soprattutto il giorno prima, quando ospiti erano venuti apposta da altri comuni – non ha dato una bella immagine del panorama politico e istituzionale di Favara. La città dell’agnello pasquale dunque è stata privata di un confronto che avrebbe sicuramente fatto bene alla democrazia, chiarito alcuni aspetti e dato, perché no, un contributo fattivo per la vera risoluzione del problema. Forse è proprio quest’ultimo aspetto che non si vuole realmente raggiungere nonostante i proclami fatti in campagna elettorale.
E allora perchè definire “inutile” un consiglio comunale straordinario e aperto sul tema acqua e Ati?
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