Ieri, con l’apposizione di una targa, è stata intitolata a Francesca Morvillo, moglie del giudice Giovanni Falcone, un’aula del Tribunale di Agrigento. La cerimonia ha generato però la polemica del personale amministrativo degli uffici giudiziari, che non ha partecipato al momento perché non invitato.
È stata intitolata ieri alla memoria di Francesca Morvillo, moglie del giudice Falcone, morta insieme al marito e agli uomini della scorta nella strage di Capaci di cui ieri ricorreva il 27º anniversario, l’aula 8 del Tribunale Civile di Agrigento.
La cerimonia di scopertura della targa, però, ha generato qualche polemica. Presenti ieri in tribunale autorità civili, militari e della magistratura; ma non ha partecipato il personale amministrativo degli uffici giudiziari. E non ha partecipato perché non invitato.
“Prendo atto con rammarico – ha detto il segretario regionale della Confsal Unsa, Maurizio Mondello – del mancato coinvolgimento del Personale amministrativo e del dirigente del Tribunale di Agrigento e Sciacca a una cerimonia che, sebbene sobria, avrebbe potuto rappresentare un momento di riflessione comune sui sacrifici di diversa natura imposti a chi assicura il Servizio Giustizia, servizio per il quale è indispensabile l’apporto del Personale amministrativo, non sempre pienamente riconosciuto e apprezzato”.
Tra i presenti, ieri, sono stati comunque attimi di ricordo e di commemorazione di Francesca Morvillo. Ne ha parlato il procuratore capo di Agrigento, Luigi Patronaggio.
Prima della cerimonia, ieri si è tenuta ad Agrigento una marcia partecipata dalle istituzioni ma soprattutto da giovani e studenti che, in occasione del 27º anniversario della strage di Capaci, hanno manifestato e marciato insieme con cartelloni e manifesti alla mano per dire “no” a ogni forma di mafia e di cultura mafiosa.
La folla di studenti e giovanissimi è partita da piazza Vittorio Emanuele per attraversare con gli striscioni in mano la centralissima via Atenea. La conclusione, infine, in piazza Pirandello.
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