Agrigento. Giovani in marcia a 27 anni dalla strage di Capaci: “No” alla mafia.
Sono state le istituzioni ma soprattutto i giovani e gli studenti che questa mattina hanno marciato ad Agrigento a ricordare il sacrificio del giudice Giovanni Falcone e delle altre vittime della strage di Capaci a 27 anni dall’attentato mafioso.
Insieme si è partiti da piazza Vittorio Emanuele per attraversare, striscioni e cartelloni alla mano, la centralissima via Atenea. La conclusione, infine, in piazza Pirandello. Tutto questo per dire “no” a ogni forma di mafia e a ogni forma di cultura mafiosa. Le giovani generazioni, che non hanno vissuto le stragi di Capaci e di via D’Amelio e che non erano nemmeno nate quando, nel ‘92, si consumarono questi attentati, ne hanno raccolto però l’eredità spirituale. Quella di oggi è stata una manifestazione di condanna alla criminalità organizzata e di esaltazione della giustizia e della legalità.
Al termine della marcia, le istituzioni si sono spostate presso il Tribunale di Agrigento dove oggi una targa è stata dedicata alla memoria di Francesca Morvillo, moglie di Giovanni Falcone, morta anche lei, insieme agli agenti della scorta, quel 23 maggio del ’92.
Alla scopertura della targa si sono accompagnati attimi di ricordo e di commemorazione, anche da parte del procuratore capo di Agrigento, Luigi Patronaggio.
La cerimonia non ha visto la partecipazione del personale amministrativo degli uffici giudiziari, che non era stato invitato. “Prendo atto con rammarico – ha detto il segretario regionale della Confsal Unsa, Maurizio Mondello – del mancato coinvolgimento del Personale amministrativo e del dirigente del Tribunale di Agrigento e Sciacca a una cerimonia che, sebbene sobria, avrebbe potuto rappresentare un momento di riflessione comune sui sacrifici di diversa natura imposti a chi assicura il Servizio Giustizia, servizio per il quale è indispensabile l’apporto del Personale amministrativo, non sempre pienamente riconosciuto e apprezzato”.
Commenta articolo