Editoriale. La mancata comunicazione ha fatto il danno. Le aspre polemiche tra amministrazione e associazione hanno fatto storcere il naso a chi è fuori dalle beghe della politica. C’è da chiedersi se questo sia davvero opportuno per una “Festa della Legalità”.
Sicuramente una polemica nata sull’intestazione di una lotta in favore della legalità portata avanti tra chi amministra, associazioni e politici locali non fa onore alla stessa legalità.
Da una parte abbiamo LiberArci che ha deciso di eliminare le scritte razziste a fine aprile, dall’altra l’assessore Rosanna Pecoraro che si arrabbia perché quel progetto l’avrebbero dovuto realizzare durante la Festa della Legalità in programma tra poco, dal 6 al 10 maggio. E poi ci sono i politici che si schierano a favore di qualcuno.
Per la Pecoraro la scelta di anticipare di qualche giorno la copertura delle scritte col murales è stata solo voglia di intestarsi qualcosa già organizzata e programmata. Invece secondo Cucchiara, presidente di LiberArci, la loro azione arriva dopo mesi di un atteso intervento da parte dell’amministrazione.
Noi non sappiamo se ci sia stata la volontà di bruciare sul tempo l’amministrazione o invece se si sia operato per lo zelo in favore della legalità. Non conosciamo i cuori e le menti delle persone. Il fatto di fondo è che le scritte fasciste presenti da quasi tre mesi, da inizio febbraio, andavano coperte comunque, indipendentemente da chi doveva o poteva farlo. Secondo le due parti in questione i proprietari delle case hanno dato il loro “OK” a tutti. Anche per loro era quindi importante intervenire.
E allora il problema di fondo si può racchiudere nella “mancata comunicazione”. Da mesi, dice la Pecoraro, si organizza la Festa della Legalità 2019. L’amministrazione avrebbe potuto ufficializzare e comunicare alla cittadinanza la volontà di coprire le svastiche e le scritte nel mese di maggio, ciò al fine di dare un forte segnale di legalità alla città e di far togliere il dubbio (anche a chi non è stato coinvolto direttamente nelle iniziative della festa) che nessuno si curi di quelle scritte.
Certo, il dubbio di qualcuno può invece nascere da una considerazione. Per coprire quelle orribili scritte razziste era necessario attendere la Festa della Legalità di maggio?
La legalità non dovrebbe attendere. Quelle scritte non si sarebbero potute coprire subito e poi, durante i giorni della festa, passare davanti a quel posto a mò di memoriale?
D’altra parte questo è quello che era stato pensato da chi la Festa della Legalità la organizza. La copertura sarebbe dovuta avvenire il giorno 9 maggio. Ed era praticamente tutto predisposto, troppa gente era stata coinvolta.
Una iniziativa isolata portata avanti da una singola associazione appena 13 giorni prima rispetto a quella programmata ha bruciato l’organizzazione che vedeva coinvolti molti tra persone e associazioni.
Di contro i toni utilizzati dalla Pecoraro sono apparsi troppo aspri e pesanti per il grande pubblico che si è visto arrivare la comunicazione come un fulmine a ciel sereno, senza conoscere i retroscena.
Di certo, come dicevamo all’inizio… una polemica nata sull’intestazione di una lotta in favore della legalità portata avanti tra chi amministra, associazioni e politici locali non fa onore alla stessa legalità. Si dovrebbe gioire del fatto che la stessa idea di legalità provenga da più parti. Si sarebbe dovuto fare comunicazione verso la città e si sarebbe potuto utilizzare un tono diverso nella comunicazione fatta.
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