Le scritte razziste e la svastica solitamente utilizzata come simbolo nazista che nei mesi scorsi sono state pitturate in un muro di via Padre Francesco Schifano, a Favara, sono state coperte ieri da un murales raffigurante il mondo. L’iniziativa è dell’associazione LiberArci di Favara.
Era la notte tra il 6 e il 7 febbraio scorsi quando comparvero a Favara, in via Padre Francesco Schifano, una svastica, simbolo utilizzato dal Partito Nazionalsocialista Tedesco, e delle scritte dal tono razzista.
Ieri, dopo oltre due mesi e mezzo dal fatto, il muro deturpato con una bomboletta spray di colore nero è stato ripristinato. Ad adoperarsi è stata l’associazione culturale LiberArci di Favara che, in segno di totale condanna contro ogni manifestazione di razzismo o di retaggio nazista, ha raccolto l’aiuto di due artisti locali che hanno coperto la svastica e le scritte con un murales. Il progetto, ha precisato il presidente di LiberArci, Pasquale Cucchiara, è stato concretizzato con il consenso dei proprietari dell’immobile interessato.
L’opera, ci ha spiegato il presidente dell’associazione LiberArci, Pasquale Cucchiara, rappresenta il mondo e vuole lanciare un messaggio opposto a quello che è stato coperto. Un messaggio di unione, non di divisione, un messaggio di uguaglianza e di pari dignità al di là della cultura o del colore della pelle.
Per realizzare il murales che adesso sorge a pochi passi dal giardino pubblico “San Pio” di via Beneficenza Mendola, gli artisti si sono armati di colori, pennelli e altri “attrezzi del mestiere” e si sono dati da fare per iniziare e portare a compimento il progetto in appena un pomeriggio. Insieme a loro i giovani di LiberArci.
Oltre alle scritte di via Padre Francesco Schifano, traversa di via Ugo Foscolo, un’altra svastica e altre diciture dello stesso tenore erano comparse ancor prima in via Fratelli Cervi, perpendicolare con viale Pietro Nenni. L’associazione LiberArci ha annunciato per il futuro la volontà di attenzionare anche questo caso con il supporto di altri giovani e della cittadinanza.
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