L’operazione antidroga “Piazza Pulita” messa a segno ieri dai Carabinieri di Agrigento ha interessato il centro storico della città dei templi, principalmente piazzetta Ravanusella e dintorni. L’indagine ha richiesto particolare attenzione nel monitoraggio dell’attività di spaccio. Intanto arrivano diversi commenti dalle istituzioni che si sono interessate al caso, laddove magari in molte altre attività condotte a danno della criminalità, anche organizzata, dalle stesse c’è stato silenzio. Per quattro degli stranieri arrestati, il ministro dell’Interno Matteo Salvini parla di espulsione dall’Italia.
L’operazione è partita nell’ottobre dello scorso anno con l’obiettivo di recuperare un posto dove le forze dell’ordine sono intervenute episodicamente, ma che ormai l’illegalità aveva reso invivibile.
Questi i retroscena dell’operazione antidroga “Piazza Pulita” condotta dai carabinieri di Agrigento, su coordinamento della locale Procura, che ieri ha portato all’arresto di quattro gambiani, un senegalese e una donna proveniente dal Belgio con passaporto italiano.
Una presunta banda che agendo con violenza spacciava hashish e marijuana tra giovani e giovanissimi, anche 16enni, e che utilizzava i mobili fatiscenti e abbandonati del centro storico di Agrigento come magazzini dove tenere la droga. Aree di spaccio erano piazzetta Ravanusella e il dedalo di vie che si ramifica nei dintorni.
Per sgominare i presunti spacciatori i carabinieri si sono dovuti ingegnare; i dettagli dell’operazione sono emersi ieri, nel corso di una conferenza stampa al Comando provinciale dell’Arma. I militari avevano iniziato a pedinare i sospettati, ma ben presto si sono resi conto che tra i vicoli di piazzetta Ravanusella si aggiravano vere e proprie vedette.
Allora sono saliti sui tetti delle case del centro storico, filmando di notte e di giorno l’attività dei pusher e gli edifici adibiti a deposito di stupefacente. I carabinieri, coordinati dal pm Alessandra Russo, hanno collocato in zona varie telecamere nascoste.
I malviventi, è stato detto nel corso della conferenza stampa, agivano in concorso fra loro, dandosi reciprocamente una mano d’aiuto. L’attività di spaccio incrementava esponenzialmente durante il pomeriggio soprattutto perché gli studenti, appena usciti da scuola o prima di andare a prendere un aperitivo, si addentravano per i vicoli di piazzetta Ravanusella per acquistare lo stupefacente.
“Si è intervenuti per dare una batosta a questi traffici – ha spiegato il sostituto procuratore Alessandra Russo -. Abbiamo chiesto questo fermo anche per evitare – ha sottolineato il pm – che queste persone si dessero alla fuga per poi ritornare fra qualche mese e ripristinare lo spaccio. Si è agito con un fermo per prendere quanti più soggetti e poter formulare al tribunale, in sede di convalida, una richiesta di custodia che permetta di chiudere questa vicenda”.
Da valutare adesso la posizione degli stranieri arrestati, così come è oggetto di valutazione anche la loro presenza sul territorio nazionale. Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, appresa la notizia, ha subito parlato a chiare lettere di espulsione. “Arrestati spacciatori senegalesi e gambiani che vendevano morte, anche a minorenni, nel centro storico di Agrigento – ha scritto il numero uno della Lega sui social -. Grazie al Decreto Sicurezza, per quattro di questi in possesso di permesso umanitario stiamo lavorando per revocare lo status e rimpatriarli. Complimenti a magistratura e Forze dell’Ordine”.
A ringraziarli è anche il sindaco di Agrigento, Lillo Firetto, che parla di piazzetta Ravanusella come di un quartiere “pregiato”. “È un’attività che deve continuare” ha detto Firetto, parlando dell’operazione “Piazza Pulita”.
Il procuratore Patronaggio parla di “duri colpi al crimine straniero operante in Sicilia”. Ha fatto riferimento a due operazioni dirette dalla Procura della Repubblica di Agrigento nell’ultima settimana: la prima, eseguita dalla Squadra Mobile della Polizia, avrebbe smantellato una presunta organizzazione dedita al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, con tanto di basi logistiche e falsi documenti per l’ingresso nel territorio nazionale; la seconda, eseguita dai Carabinieri, vuole ripristinare la legalità in una parte importante del centro storico di Agrigento, nel tempo divenuta area di spaccio di sostanze stupefacenti.
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