La carica delle 104: falsi invalidi e benefici. Ad Agrigento slitta il primo processo che vede imputati medici, pubblici funzionari, falsi invalidi e faccendieri.
Stenta a partire ad Agrigento il primo processo scaturito dall’attività di indagine sui falsi invalidi. Nonostante la locale Procura si appresti a far approdare in aula il secondo filone con 54 indagati, il primo, a distanza di oltre un anno dal rinvio a giudizio, non riesce proprio a partire.
Si doveva iniziare il prossimo 15 aprile ma è stato slittato al 27 maggio.
Ci sono ancora problemi nella composizione di un collegio di giudici davanti al quale si possa celebrare il procedimento che si preannuncia essere molto lungo e complesso. Il presidente della prima sezione penale Alfonso Malato, incompatibile per avere trattato la vicenda in qualità di gip, ha dovuto rinviare ancora la partenza del procedimento.
Fra incompatibilità e assenze di lungo corso quindi il dibattimento tarda a partire, quando i termini di prescrizione non sono ormai più lontanissimi.
Sono 48 i rinvii a giudizio, disposti il 23 marzo dello scorso anno, dal gup Stefano Zammuto. Al primo filone si aggiungono anche altri 9 indagati che sono stati già condannati, un altro invece assolto con rito abbreviato, 10 patteggiamenti e una sentenza di non luogo a procedere. Nella lista degli imputati ci sono medici, pubblici funzionari, falsi invalidi e faccendieri che avrebbero fatto da intermediari.
L’operazione della Digos denominata “La carica delle 104” scattò il 22 settembre del 2014. 14 persone vennero arrestate; ad altre vennero applicare misure cautelari minori. L’inchiesta ipotizzava un collaudato sistema che, attraverso due “bande parallele”, aveva messo in piedi un giro di certificazioni false che, con la complicità di medici infedeli e faccendieri senza scrupoli, attestava invalidità e patologie finalizzate a truffare lo Stato. Sotto accusa il mondo della scuola.
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