Apertura dei cantieri lungo la Agrigento-Caltanissetta e la Palermo-Agrigento. In settimana l’arrivo di un acconto di 10 milioni di euro per il gruppo c.m.c Ravenna. I creditori: “L’acconto di Anas sia solo un punto di partenza per una soluzione che consenta di completare i lavori in Sicilia”.
Un mese fa la riapertura dei cantieri lungo la Agrigento-Caltanissetta e la Palermo-Agrigento. Entro questa settimana l’Anas pagherà un acconto di 10 milioni di euro ai fornitori strategici che, insieme a tutte le imprese coinvolte nella vicenda, avevano acconsentito alla riapertura dei cantieri.
Si era infatti chiesto alle imprese della c.m.c. di Ravenna, creditrici di oltre 50 milioni di euro, la riapertura dei cantieri con la promessa di versare al più presto un acconto di 10 milioni di euro.
Ecco che dal tavolo interistituzionale, aperto al ministero delle Infrastrutture, si è deciso di versare questo acconto che darà certamente una boccata d’ossigeno alle imprese, creditori e lavoratori.
“Siamo fiduciosi per questa decisione, purché – avverte il Comitato dei creditori siciliani della c.m.c. – sia solo il punto di partenza di un rapido percorso che, grazie all’impegno di tutte le competenze riunite al tavolo, porti il governo nazionale a individuare una soluzione legislativa (che auspichiamo possa trovare spazio già nel decreto Sblocca-cantieri) che autorizzi la Regione, nel pieno rispetto del quadro normativo nazionale ed europeo, mediante questo strumento ad hoc, a erogarci in conto anticipazione e risarcimento la restante somma, già individuata dalla stessa Regione, per coprire i crediti pregressi”. “Questa – sottolinea ancora una volta il Comitato – è l’unica via che, con l’apporto e l’esperienza determinante di Anas, può portare alla conclusione dei lavori nel più breve tempo possibile, alleviando non solo le imprese ma anche le comunità locali e i sindaci che sono molto pressati dai cittadini disagiati. Occorre consegnare alla Sicilia queste opere fondamentali per lo sviluppo dell’Isola e restituire al mercato queste oltre 100 imprese siciliane strozzate dai debiti e i loro 2.500 dipendenti. È una priorità nazionale evitare le conseguenze di una crisi che colpirebbe l’intera Sicilia”.
Commenta articolo