Prosegue il processo scaturito dal crollo di un costone sul viale della Vittoria di Agrigento. Era il 5 marzo del 2014. L’ex comandante della Polizia Locale di Agrigento, Cosimo Antonica, risponde al difensore del responsabile dell’Ufficio tecnico comunale della città dei Templi, Giuseppe Principato.
Continua il processo relativo alla frana avvenuta a ridosso dei Palazzi Crea, in Viale della Vittoria ad Agrigento, il 5 marzo del 2014. A parlare è ancora l’ex comandante dei vigili urbani della città dei Templi, Cosimo Antonica, che già alle precedenti udienze aveva ribadito come dal Comune sapevano del rischio crollo prima che questo si verificasse. Ieri ha continuato la sua deposizione in qualità di teste dell’accusa davanti al giudice Manfredi Coffari.
Imputati al processo sono l’allora sindaco di Agrigento Marco Zambuto; il responsabile dell’Ufficio tecnico, Giuseppe Principato e i proprietari dei terreni prospicienti il costone crollato, le cui condizioni fatiscenti avrebbero provocato il cedimento che portò allo sfollamento di una settantina tra famiglie, negozi e attività commerciali. Si tratta di Maria Isabella Sollano e i figli Valentina e Oreste Carmina.
Il difensore di Principato, Antonino Manto, ieri avrebbe fatto riferimento alla qualifica di responsabile della protezione civile che Antonica rivestiva in quanto a capo della Municipale. L’ex comandante, oggi dirigente di un altro settore di Palazzo dei Giganti, per tutta risposta avrebbe replicato che – in quanto appunto comandante dei vigili urbani e laureato in giurisprudenza – non sarebbe stato suo compito mettere in sicurezza edifici e costoni pericolanti. “Per quello – avrebbe precisato Cosimo Antonica – c’era l’ufficio dei lavori pubblici”.
“L’ufficio che dirigevo – ha aggiunto – si occupava di pubblica incolumità, se c’era un palazzo che stava crollando dovevamo fare uscire le persone ma non certo ripararlo. Per quello ci sono gli architetti e gli ingegneri che lavorano nel settore dei lavori pubblici. Cosa ne posso sapere io che sono laureato in giurisprudenza – ha ribadito Antonica – di come si mette in sicurezza un costone?”.
L’accusa contesta all’ex sindaco e al responsabile dell’Ufficio tecnico comunale di avere messo per iscritto un’ordinanza di messa in sicurezza dei luoghi, senza però curarsi che venisse rispettata. Gli altri tre imputati, i proprietari dei terreni che danno sul viale Della Vittoria, non avrebbero adempiuto a un’ordinanza emessa il 5 aprile del 2011 dall’allora sindaco Zambuto che imponeva loro l’esecuzione di opere di manutenzione degli stessi terreni. Si trattava di “regimazione delle acque”, lavori che avrebbero dovuto eliminare le infiltrazioni che avrebbero poi portato al crollo del 5 marzo 2014.
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