La sentenza della Cassazione è definitiva: Giovanni Riggio resta in carcere. L’uomo ha ucciso il meccanico favarese Giuseppe Mattina. Il fatto avvenne all’interno di un capannone sito nella zona industriale tra Agrigento e Favara nel maggio del 2017.
Lo scorso ottobre era stato condannato in primo grado. Adesso, dopo che già il Riesame aveva respinto il ricorso della difesa, lo ha fatto anche la Cassazione.
Il terzo grado di giudizio ha definitivamente rigettato la scarcerazione del palermitano Giovanni Riggio, reo confesso dell’omicidio del meccanico favarese Giuseppe Mattina.
L’assassinio si consumò in un capannone sito nella zona industriale di contrada San Benedetto. Era la notte tra il 5 e il 6 maggio del 2017 quando, secondo le ricostruzioni, 27 coltellate posero fine alla vita del 41enne Giuseppe Mattina. Sarebbe stato utilizzato un coltello da cucina, lungo oltre 20 centimetri.
Riggio, ucciso il socio in affari, si consegnò poche ore dopo ai poliziotti di Brancaccio. Durante il processo di primo grado l’accusa – che contestava l’avere agito con crudeltà – aveva chiesto la condanna a 30 anni di reclusione in carcere. La pena stabilita dal giudice fu invece ridotta a 12 anni. La difesa del condannato si era rivolta poi al Riesame e infine alla Cassazione. I giudici ermellini- si legge sul quotidiano La Sicilia- hanno però reso definitiva la decisione: Giovanni Riggio resta in carcere.
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