Sono stati chiesti 9 anni di reclusione per James Burgio, l’empedoclino accusato dell’agguato avvenuto lo scorso luglio al porto di Porto Empedocle. Ieri la requisitoria del pubblico ministero.
9 anni di carcere. È questa la condanna chiesta ieri dal pubblico ministero Alessandra Russo, al termine della sua requisitoria, nei confronti del 26enne empedoclino James Burgio, accusato di essere l’autore dell’agguato avvenuto al porto di Porto Empedocle il 21 luglio dello scorso anno.
Secondo l’accusa si sarebbe trattato di tentato duplice omicidio: il giovane avrebbe avuto l’intenzione di uccidere. Erano da poco passate le ore 19.00 di quel 21 luglio quando l’uomo avrebbe esploso un paio di colpi alla gamba di un pescatore. Poi l’arma da fuoco, una calibro 7,65, sarebbe stata rivolta anche contro l’armatore che però fu salvato dall’incepparsi della pistola.
Il movente dell’intera vicenda sarebbe forse da ricondurre a dei banali litigi. L’imputato, qualche giorno dopo il fatto, si era spontaneamente presentato in questura accompagnato dai propri legali. I difensori di Burgio non contesterebbero il fatto che a sparare contro il pescatore e l’armatore sia stato l’imputato, però sostengono che l’empedoclino avrebbe fatto fuoco solo per ferire e per intimorire, ma non per uccidere.
Il pm Elenia Manno dal canto suo insisterebbe sulla via del tentato duplice omicidio ed è per questo reato che ha chiesto la condanna, eventualmente ridotta di un terzo per effetto del rito abbreviato. Secondo due medici che hanno deposto nel corso del procedimento, i colpi ricevuti dal pescatore sarebbero potuti essere fatali data la vicinanza all’arteria femorale.
Il prossimo 17 aprile è in programma l’arringa dei difensori di Burgio, gli avvocati Alfonso Neri e Salvatore Pennica. L’imputato, a inizio del corrente mese, è stato raggiunto da una misura cautelare nell’ambito della maxi operazione antimafia “Kerkent” condotta dalla Direzione Investigativa Antimafia.
Commenta articolo