La moglie di Costantin Pinau, l’agricoltore ucciso a colpi di zappa nel luglio dello scorso anno a Naro, racconta i retroscena dell’omicidio. Atroci i dettagli forniti dalla sua versione dei fatti.
Continua il processo scaturito dall’omicidio del bracciante agricolo romeno Costantin Pinau, ucciso a colpi di zappa nel luglio del 2018. Il fatto avvenne a Naro. A parlare in aula Elena Pinau, moglie della vittima, che ha raccontato la sua versione dei fatti.
Secondo la stessa, lei e suo marito erano appena arrivati davanti casa quando gli si sarebbe parata contro tutta la famiglia dei presunti aggressori. Si tratta di Anisoara Lupascu, 39 anni, del marito Vasile Lupascu, 44 anni, e del figlio Vladut Vasile Lupascu, 19 anni.
“Vasile aveva una zappa in mano e ha iniziato a colpire mio marito – avrebbe spiegato in aula la signora Elena Pinau -. Lo hanno massacrato, mi sono messa in mezzo per tentare di difenderlo e ha picchiato pure me. Quando lo hanno ucciso, Vladut ha sputato a mio figlio che era nella culla ed è andato via con i suoi genitori”.
La donna avrebbe raccontato i dettagli dell’omicidio e dell’aggressione nei suoi confronti in lacrime, venendo più volte tranquillizzata dai giudici. Il processo è in corso davanti alla Corte d’assise presieduta da Alfonso Malato. Imputata, in questo troncone, è la sola Anisoara Lupascu; il marito e il figlio saranno giudicati in un altro procedimento che dovrebbe svolgersi col rito abbreviato.
Rispondendo al pm Antonella Pandolfi, Elena Pinau avrebbe raccontato che Vasile avrebbe dato un colpo di zappa a suo marito, iniziando a picchiarlo sulle gambe. “Vicino a lui c’erano la moglie e il figlio che ci insultavano – avrebbe continuato a spiegare Elena Pinau -. La donna mi ha schiaffeggiato. Ho cercato di difendere mio marito e ho ricevuto un colpo di zappa al braccio. Poi lo hanno colpito anche quando era a terra e forse pure dopo, quando era morto”.
Dietro l’aggressione ci sarebbero pregressi attriti e contrasti tra i due nuclei familiari, tra l’altro legati da una lontana parentela. La donna, insieme ad altri familiari, è parte civile al processo.
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