Omicidio della favarese Teresa Costanza e del pugliese Trifone Ragone, avvenuto a Pordenone nel marzo del 2015. La corte d’appello di Trieste ha confermato ieri l’ergastolo per Giosuè Ruotolo.
La corte d’assise d’appello di Trieste ha confermato la sentenza a carico di Giosuè Ruotolo, già condannato in primo grado all’ergastolo e all’isolamento diurno per due anni per il duplice omicidio dei fidanzati Trifone Ragone, barese, e Teresa Costanza, favarese, freddati in auto, a colpi di pistola, nel parcheggio del Palasport di Pordenone. Da allora, era il 17 marzo del 2015, sono passati quasi 4 anni.
La decisione è arrivata poco dopo le 20.30, al termine di una lunga giornata in aula. È stata emessa dopo circa otto ore di Camera di Consiglio. La giuria, presieduta da Igor Maria Rifiorati, si era ritirata intorno alle 12.30.
“È innocente. Questa non è giustizia, questa non è giustizia”, ha urlato la madre di Giosuè, subito dopo la lettura della sentenza, lasciando velocemente il tribunale.
Dopo la sentenza di primo grado, emessa l’8 novembre 2017, dall’ottobre scorso si stava celebrando il processo d’appello. La difesa di Ruotolo aveva chiesto l’assoluzione per non aver commesso il fatto. Le parti civili, invece, avevano chiesto la conferma della condanna all’ergastolo.
Ruotolo si è sempre dichiarato innocente. Ieri ha voluto rilasciare anche delle dichiarazioni spontanee. Per circa mezz’ora ha detto di aver sempre collaborato con gli inquirenti e di aver fornito ben due tamponi per il DNA. Infine ha detto che Teresa e Trifone non possono avere giustizia se lui si trova in carcere, condannato, perché le prove dei Ris non lo incolpano”.
Al momento della lettura della nuova sentenza di condanna l’imputato, a occhi bassi, ha mosso il capo in segno di dissenso.
Commossi i genitori di Teresa. La mamma, la signora Carmelina Parello, ha commentato: “I ragazzi hanno avuto giustizia. Ora resti in carcere senza sconti di pena”. “Siamo contenti perché l’assassino va dietro alle sbarre –ha commentato il padre Rosario Costanza- ma non abbiamo più Teresa e questa è la cosa più brutta che c’è. Credo si appelleranno e siamo pronti a combattere anche là”.
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