Si trovava agli arresti domiciliari ma secondo l’accusa lasciò la sua abitazione senza il permesso della magistratura.
Parliamo di Anna Messina, la 40enne sorella del boss Gerlandino Messina, che è stata assolta “perché il fatto non sussiste”. Due i fatti contestati: il primo l’8 marzo del 2016 quando la donna andò in ospedale perché la figlia aveva problemi respiratori; il secondo fatto risale al 26 aprile del 2016 quando la stessa è stata accusata di essere uscita di casa senza l’autorizzazione della magistratura.
Secondo il giudice monocratico Fulvia Veneziano, Anna Messina avvisò le forze dell’ordine e non aveva intenzione di sottrarsi al provvedimento restrittivo.
La donna ha infatti dimostrato una documentazione del pediatra di famiglia che le prescriveva il vaccino per la figlia di appena due mesi, facendo presente inoltre che il suo legale da alcuni giorni aveva inviato via fax alla Corte di Appello una richiesta per recarsi nella struttura medica dove fu poi arrestata.
“Ha già mostrato fin troppa onestà – ha detto il suo difensore, l’avvocato Salvatore Pennica – chiamando le forze dell’ordine anziché uscire direttamente. Chiunque, persino un magistrato, con la figlia di 21 giorni che sta male l’avrebbe portata subito in ospedale”.
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