Due anni di reclusione per il carabiniere Antonio Arnese e per l’avvocato Ignazio Valenza. Secondo le accuse il maresciallo avrebbe compiuto una ispezione di comodo in un istituto presieduto dall’avvocato ottenendo in cambio l’assunzione della moglie in un altro istituto, presieduto sempre da Valenza.
Due anni di reclusione. È questa la condanna decisa dal collegio dei giudici della Seconda Sezione Penale del Tribunale di Agrigento, presieduta da Giuseppe Miceli, a carico del Maresciallo dei carabinieri Antonio Arnese e dell’avvocato Ignazio Valenza.
L’accusa è quella di corruzione e i fatti contestati risalirebbero al 2013. Secondo la tesi accusatoria Arnese, all’epoca comandante del Nucleo Ispettorato del Lavoro, avrebbe fatto una ispezione di comodo nell’istituto di formazione Ecap ottenendo in cambio l’assunzione della moglie nell’istituto assistenziale Casa Amica. Entrambi gli enti, ai tempi, erano presieduti da Ignazio Valenza.
Assoluzione invece per il luogotenente Vincenzo Mangiavillano che era accusato di corruzione e favoreggiamento in quanto, secondo le iniziali accuse che poi non hanno retto al processo, avrebbe informato il collega circa l’indagine a suo carico e fatto da mediatore nell’accordo corruttivo.
Ignazio Valenza, infine, è stato assolto dalle imputazioni che gli contestavano il peculato, la calunnia e la tentata estorsione.
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