“I soldi per riparare la buca c’erano”. Depositate le motivazioni della sentenza che ha portato lo scorso luglio alla condanna di due funzionari del Comune di Agrigento a seguito della morte della giovane agrigentina Chiara La Mendola. Il fatto avvenne nel dicembre del 2013 in via Cavaleri Magazzeni. Adesso i difensori dei due imputati potranno decidere se appellare o meno la sentenza di condanna.
Il Comune di Agrigento avrebbe avuto i soldi, manodopera e mezzi necessari per sistemare la buca di viale Cavaleri Magazzeni. Buca che provocò nel dicembre del 2013 la morte della giovane agrigentina Chiara La Mendola.
Sono queste le motivazioni della sentenza che hanno portato nel luglio scorso alla condanna a un anno di reclusione per omicidio colposo del dirigente dell’Ufficio Tecnico Comunale Giuseppe Principato e del responsabile dell’ufficio manutenzione Gaspare Triassi. Il giudice stabilì anche una provvisionale di 25mila euro per i genitori e di 10mila euro per i fratelli di Chiara.
Per il Giudice Giuseppe Miceli, la morte della giovane Chiara La Mendola sarebbe stata causata appunto da una buca del manto stradale che le avrebbe fatto perdere il controllo del mezzo a due ruote.
L’incidente mortale nel quale perse la vita la giovane risale alla sera del 30 dicembre del 2013. Secondo la ricostruzione dell’accusa, l’agrigentina perse il controllo dello scooter Scarabeo a causa della buca, finendo tragicamente tra le ruote di una Nissan Micra che stava procedendo in direzione opposta. Secondo la difesa, invece, l’incidente non venne causato dalla buca e, comunque, i due funzionari comunali non ne avrebbero avuto responsabilità in quanto non era stata segnalata.
Adesso dunque le motivazioni della sentenza di condanna. Al di là della fin troppo dichiarata mancanza di fondi, il Comune di Agrigento secondo il giudice avrebbe avuto i soldi per ripararla o quanto meno segnalare l’insidia agli utenti della strada.
Apprese le motivazioni, i difensori degli imputati potranno decidere se appellare o meno il verdetto del processo con cui sono stati riconosciuti colpevoli della morte della ventiquattrenne.
In precedenza era stato assolto l’81enne Giuseppe Valenti, ex insegnante, l’anziano che era alla guida della Nissan Micra contro la quale la giovane agrigentina andò a impattare.
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