Conferenza stampa oggi al Comando provinciale dei Carabinieri di Agrigento. Presenti i comandanti di quasi tutte le compagnie della provincia e il Comandante Provinciale, Giovanni Pellegrino, per dare un tracciato dell’attività svolta dai militari dell’Arma in questo ormai quasi concluso 2018.
Quasi 140mila ore di pattuglie e perlustrazioni svolte dall’inizio dell’anno, oltre 60mila i soggetti e oltre 40mila i veicoli controllati. Sono questi i “numeri” dell’attività svolta nel 2018 dai Carabinieri su tutto il territorio agrigentino, una attività costante che ha portato – rispetto all’anno precedente – alla riduzione in provincia delle estorsioni, al ridimensionamento del 19% delle rapine e del 14% degli atti incendiari. Per i reati predatori nelle abitazioni e le rapine in attività commerciali e tabaccherie, i centri più “caldi” si sono mostrati essere Canicattì e Licata.
A fornire i dati sono gli stessi militari dell’Arma che oggi, in conferenza stampa al Comando Provinciale di Agrigento, hanno tracciato un bilancio degli sforzi compiuti quest’anno da uomini e donne in uniforme e in borghese. A fornire i dettagli è stato il Comandante Provinciale Giovanni Pellegrino, affiancato dai comandanti delle compagnie di Agrigento, di Licata, di Sciacca e di Cammarata, rispettivamente i Capitani Luigi Garrì, Francesco Lucarelli, Marco Ballan e Sabino Dente.
In questo 2018 sono stati 4 gli omicidi avvenuti in provincia per cui hanno investigato i carabinieri. In tutti e quattro i casi i presunti responsabili sono stati scoperti, finendo dietro le sbarre.
L’attività dei militari dell’Arma si è diramata in svariati settori. Il Comandante Pellegrino ha voluto cominciare con l’impegno dei Carabinieri messo in campo lo scorso 3 novembre durante una straordinaria alluvione che ha messo in ginocchio la provincia e l’intera Isola. In quell’occasione oltre 200 militari di Agrigento hanno effettuato più di 500 interventi, salvando decine di persone.
Tra le operazioni più importanti contro la criminalità organizzata quella denominata “Montagna”, che all’inizio dell’anno ha portato a innumerevoli arresti che avrebbero decapitato tre mandamenti mafiosi e 16 famiglie a essi collegate. Operazione che ha inoltre posto i sigilli a carico di alcune società, per oltre un milione di euro, che sarebbero riconducibili a Cosa Nostra. Durante il blitz furono inoltre sequestrati 537mila euro in contanti.
Numerose poi, ha continuato il Comandante Giovanni Pellegrino nell’elenco delle attività e dei risultati svolti dai Carabinieri, le armi da fuoco (anche da guerra) tolte dalla circolazione e destinate alla distruzione.
Uno dei fenomeni più contrastati è stato lo spaccio di stupefacenti. Un fenomeno allarmante, ha precisato Pellegrino, riscontrato anche tra i giovanissimi, anche 16enni. Si sta parlando di marijuana e di hashish, ma anche di cocaina ed eroina. In totale sono oltre 150 gli spacciatori arrestati quest’anno in provincia. Il caso più eclatante fu il maxi sequestro da record, l’operazione scattò a ottobre, di una piantagione di canapa indiana a Campobello di Licata. 3 gli arresti e ben 30 tonnellate la marijuana distrutta.
Ovviamente l’attività dei Carabinieri ha interessato anche i fenomeni dell’immigrazione, dell’abbandono incontrollato per strada dei rifiuti, controlli congiunti su attività di ristorazione e gioco d’azzardo, slot machines, sul litorale balneare di San Leone per liberarlo da parcheggiatori e ambulanti abusivi.
Sul caso di cronaca che quest’anno ha più sconvolto la provincia, la scomparsa della giovane favarese Gessica Lattuca, il Comandante Provinciale dei Carabinieri non si è voluto sbilanciare. “L’impegno dei carabinieri è stato sempre e continuerà a essere massimo sotto tutti i punti di vista – ha detto – , intanto delle ricerche, perché le ricerche proseguono e vanno sempre avanti”.
Commenta articolo