Il procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, vuole dai sindaci del circondario e dai responsabili degli uffici tecnici comunali una urgente ricognizione degli immobili abusivi maggiormente a rischio idrogeologico. Il riscontro dovrebbe arrivare entro 30 giorni. Intanto sulla questione in merito al mattone abusivo interviene anche il Presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, che ieri è stato in visita nelle zone di Sciacca e Ribera colpite dal maltempo della scorsa settimana. La giunta regionale in questi giorni ha approvato un ddl per dare ai sindaci potere di sgombero dalle case abusive particolarmente a rischio, ma da una delegazione dei primi cittadini dell’Anci Sicilia arriva la polemica.
L’attenzione mediatica e istituzionale posta sul tema dell’abusivismo edilizio si è accesa più che mai. Complici anche il maltempo e i nubifragi che sabato scorso hanno messo in ginocchio la Sicilia, con esondazioni di fiumi e torrenti che nel caso di Casteldaccia non hanno lasciato scampo a 9 vite, in quel momento riunite appunto in un casolare giudicato abusivo.
Dopo il disegno di legge della Giunta regionale targata Musumeci – che propone aiuti ai sindaci per l’allontanamento delle persone dagli immobili abusivi a maggior rischio, ma anche il decadimento dei primi cittadini inadempienti – arriva adesso una lettera scritta dal procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, indirizzata alle prime cariche istituzionali dei Comuni del circondario.
“Occorre procedere a una urgente ricognizione degli immobili abusivi ricadenti entro la fascia di 150 metri dai corsi d’acqua o costruiti in spregio dei vincoli idrogeologici – ha scritto Patronaggio ai sindaci e ai dirigenti dell’Utc dei Comuni – per avviare con la massima celerità le demolizioni”.
Patronaggio cita le tragedie avvenute la scorsa settimana nel palermitano e nell’agrigentino. “I recenti tragici fatti di Casteldaccia e Cammarata, pur innescati da particolari avverse condizioni meteo – ricorda il procuratore -, impongono una particolare attenzione per la demolizione degli immobili abusivi”.
Sindaci e responsabili degli uffici tecnici comunali sono chiamati a dare alla Procura “immediato riscontro e riferire entro 30 giorni sullo stato delle procedure di demolizione”. Patronaggio ha specificato particolare riguardo a quelle strutture realizzate in prossimità di corsi d’acqua o che comunque ricadono in zone ad alto rischio idrogeologico.
Intanto i comuni agrigentini contano ancora i danni del maltempo. “Non si possono costruire le case a un metro dal fiume” e ancora “è inevitabile che il cemento, versato in maniera cinica e spregiudicata in questi anni, venga rimosso”. Lo ha detto il Governatore Nello Musumeci, ieri in visita a Ribera e a Sciacca per un sopralluogo nelle zone colpite dall’alluvione.
“Vedremo quali risorse il governo centrale destinerà alla Sicilia – ha aggiunto Musumeci – e, di conseguenza, programmeremo gli interventi di mitigazione nei circa 300 siti ad alto rischio idrogeologico della nostra regione”.
Per il Presidente Musumeci è impensabile che il costo degli investimenti ricada solo sul suo governo. “Le manutenzioni sia ordinarie che straordinarie sul nostro territorio non sono più sufficienti – conclude-. Ormai occorrono interventi strutturali, dei quali si deve fare carico lo Stato”.
Intanto sul ddl della Giunta regionale che vuole dare ai sindaci potere di sgombero dalle case maggiormente a rischio è polemica da parte dei primi cittadini dell’Anci Sicilia. Al coro delle cariche locali in fascia tricolore contro l’uso di questa ordinanza sindacale si è aggiunta anche la voce del sindaco di Agrigento, Lillo Firetto. La risposta di Musumeci non le “manda a dire”, lo stesso parla infatti di un abbaglio o di malafede da parte dei sindaci. Ancora una volta è scontro tra enti locali e governo regionale.
Commenta articolo