Una traccia che lega la sparizione di Gessica Lattuca, la 27 enne di Favara, madre di quattro figli, al giro di ragazze squillo gestito da Gaspare Volpe, suo ex datore di lavoro, sembra passare per delle estorsioni a luci rosse che alcune delle donne coinvolte nel organizzazione praticavano ai clienti maggiormente facoltosi, più in vista, che avevano una reputazione da mantenere o più semplicemente a uomini sposati.
È questo quanto è stato scritto da Emilio Orlando, uno dei giornalisti di varie testate nazionali che sta seguendo la vicenda legata a Gessica in maniera particolarmente attenta.
A raccontare degli stessi fatti è stato poi, questo pomeriggio, anche RaiUno nel corso de “La Vita in diretta”, dove in diretta da Favara c’era pure Enzo Lattuca, fratello di Gessica.
Secondo quanto scritto e detto, nel contesto delle intercettazioni telefoniche effettuate dai carabinieri nel corso di un procedimento penale per estorsione che riguardava Volpe è emerso che Gessica Lattuca, insieme ad altre ragazze in gravi e precarie situazioni familiari ed economiche, si prostituiva in cambio di qualche euro, dosi di cocaina e generi alimentari. Adesso sembra affacciarsi quest’ altra inquietante ipotesi.
Sembrerebbe infatti che a esercitare il mestiere più antico del mondo ci fossero ragazze residenti non solo a Favara ma anche in altri comuni come Agrigento e Castrofilippo.
Gli incontri con i clienti –continua Orlando nel suo articolo- avvenivano in località appartate, al riparo da occhi indiscreti, spesso in autovetture o in casolari di campagna in disuso. Proprio in questi frangenti alcune di loro erano solite riprendere le effusioni, all’insaputa del cliente di turno, con il cellulare nascosto nelle borsette per poi iniziare a ricattarlo.
Questa pista investigativa non ha fornito ancora elementi utili al ritrovamento di Gessica, ma sembra essere tra quelle adesso più battute e potrebbe portare alla soluzione del giallo.
Il quadro venuto fuori dall’ inizio di questa vicenda – continua Orlando nel suo articolo- è quello di uno spaccato sociale che ha mostrato finora degrado urbano cronico, giovani donne che vendono il loro corpo per pochi euro per comprarsi la droga o per contribuire a un menage di miserie e disperazione.
Nel corso de “La vita in diretta”, la madre di Gessica ha ribadito che non è possibile che la figlia facesse la prostituta.
“… che ci possa essere stato qualcuno che abbia approfittato del corpo di mia figlia, perchè l’avevano fatta ‘tirare’, o bere, o perchè lei era sotto farmaci, o per un momento di debolezza, ‘sì’…. ma la prostituta NO”.
E poi: “Si sono potuti approfittare di lei anche per un pacchetto di sigarette, anche per 5 euro – ha detto ancora la madre – ma la prostituta proprio NO”.
“Se fosse stata una prostituta, – ha continuato – si sarebbe fatta pagare profumatamente”.
Intanto sono passati più di due mesi da quel maledetto 12 agosto, quando la ragazza scomparve nel nulla. A nulla sono valsi i vari appelli della madre Giuseppina, del fratello Enzo e del ex compagno Filippo Russotto, padre di tre dei quattro figli, per il momento unico indagato per il reato di sequestro di persona.
Nei giorni scorsi il reparto investigazioni scientifiche di Messina ha sequestrato tutte le abitazioni e le pertinenze dell’ uomo per cercare tracce biologiche o materiali che potessero in un qualche modo portare a chiarire il mistero. Nessuna novità intanto dal fronte investigativo-scientifico ma si attendono in settimana alcuni responsi : <<A breve la procura di Agrigento deciderà il da farsi – ha commentato l’avvocato Salvatore Cusumano, legale di Russotto – in base alle risultanze degli esami di laboratorio. Il mio assistito è vittima in questa vicenda. Confidiamo nella magistratura che chiarirà ogni singola posizione >>.
I carabinieri della tenenza di Favara, diretti dal tenente Giovanni Casamassima, continuano ad ascoltare testimoni e persone informate sui fatti per ripercorrere i loro racconti e le dichiarazioni per focalizzare particolari importanti che nelle prime fasi delle indagini potrebbero essere stati omessi dalle persone coinvolte.
Sul caso sta lavorando anche il reparto operativo del comando provinciale di Agrigento
È atteso nei prossimi giorni un incontro con i giornalisti in Procura, ad Agrigento, per fare il punto sulla situazione.
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