Si torna a parlare dell’agguato avvenuto il 21 luglio scorso nell’area portuale di Porto Empedocle, quando il 26enne James Burgio avrebbe esploso un colpo di pistola contro il pescatore Angelo Marino. La difesa dell’empedoclino ha prodotto della documentazione, presentata al Riesame, con la quale giunge alla conclusione opposta a quella della Procura: “Non fu tentato omicidio”.
Secondo il pm Elenia Manno, James Burgio – il 26enne empedoclino fermato due giorni dopo l’agguato avvenuto al porto di Porto Empedocle lo scorso 21 luglio – avrebbe sparato con l’intento di uccidere il pescatore trentenne Angelo Marino con cui aveva avuto un diverbio. Secondo la difesa invece “non fu tentato omicidio perché il killer avrebbe potuto sparare all’indirizzo della testa o del torace, le condizioni per prendere la mira c’erano tutte”.
La sera dello sparo al molo empedoclino, Burgio avrebbe esploso un colpo in direzione della gamba della vittima. Circostanza questa che aveva portato il giudice che ha emesso l’ordinanza ad applicare la custodia cautelare in carcere derubricando però il reato più grave contestato dalla procura – quello di tentato omicidio – in lesioni gravi.
Il 26enne, quel 21 luglio, avrebbe tentato di sparare anche contro l’armatore del peschereccio sul quale si trovava a bordo, poco prima dello sparo, Angelo Marino, raggiunto da un colpo alla gamba.
La procura si era rivolta in appello per presentare nuovi documenti e far valere l’ipotesi di reato di tentato omicidio. Ieri mattina, al Riesame, la “risposta” dei difensori di Burgio, i quali giungono a conclusioni diametralmente opposte escludendo il tentato omicidio.
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