Crollo del ponte Petrulla, avvenuto nel luglio del 2014. Il Gip Zammuto ha assolto i già progettista e direttore dei lavori. La responsabilità deve quindi ricercarsi altrove.
La responsabilità del crollo del viadotto Petrulla, avvenuto il 7 luglio del 2014, non è da addebitare all’allora direttore dei lavori, Stefano Orlando, né tantomeno al progettista, l’ing. Angelo Cammarata.
A stabilirlo ieri il Gip del Tribunale di Agrigento Stefano Zammuto che ha accolto in toto le istanze dei legali difensori, gli avvocati Luigi Tramontano e Gerlando Vella, e assolto gli imputati. I due erano indagati per “disastro colposo”. Il dott. Zammuto ha ritenuto il non luogo a procedere per l’ing. Cammarata, difeso dall’avv. Vella, e l’assoluzione per l’ing. Orlando, rappresentato dall’avv. Tramontano.
Come ricorderete, a seguito del cedimento strutturale del ponte Petrulla, sito sulla SS 626 all’altezza per Ravanusa, diverse vetture rimasero coinvolte in un tamponamento a catena. Già nel 2009 sulla stessa strada era crollato un altro viadotto. All’esito della sua requisitoria, il PM Eliana Manno della Procura di Agrigento aveva chiesto il rinvio a giudizio per il progettista, che ha scelto il rito ordinario, e la condanna a un anno e 8 mesi per il direttore dei lavori, che ha optato invece per il rito abbreviato.
Adesso il Gip Zammuto ha deciso che la responsabilità del crollo va ricercata altrove.
Ricordiamo che la costruzione del ponte fu realizzata dalla ditta F.lli Costanzo S.p.A di Misterbianco nei primi anni ’80. Dopo il crollo del luglio del 2014, il ponte – che collega i comuni agrigentini di Licata, Ravanusa, Campobello di Licata e Canicattì con l’entroterra nisseno – dopo anni di chiusura, nel marzo scorso, è stato ripristinato e riaperto alla viabilità.
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