Scomparsa di Gessica Lattuca. È giallo a Favara dopo il ritrovamento di un bigliettino a casa del fratello Enzo.
Come mai questo bigliettino non è stato visto prima? C’era già dallo scorso 12 agosto o è stato messo successivamente? E se c’era, perché non è stato visto o ritenuto elemento importante per il sequestro? Sono tutte domande sorte dopo la dichiarazione di ieri di Giuseppa Caramanno, mamma di Gessica Lattuca. La 27enne è scomparsa da quasi un mese e mezzo da Favara e di lei non si hanno più tracce.
Solo ieri però è stato ritrovato nella poltrona dove era seduta Gessica fino alle 20.50 di quel 12 agosto (a un mese esatto dal suo 27esimo compleanno) un bigliettino, scritto proprio da Gessica, che riportava il numero di telefono della madre. Un bigliettino che magari teneva dentro la borsa e che le sarà scivolato. Strano però, se si pensa che Gessica conosceva a memoria il numero di Giuseppina Caramanno e che lo stesso numero era memorizzato anche nella rubrica del cellulare.
Perché Gessica aveva la necessità di portare allora con sé il numero scritto su carta? Qualcuno ipotizza che Gessica possa essersi allontanata volontariamente. Ma la giovane non aveva con sé né documenti né denaro. Era in quel momento in possesso di soli 5 euro e non aveva portato dietro nemmeno degli indumenti di ricambio. Secondo la madre, la 27enne, quando era uscita di casa per andare dal fratello, avrebbe voluto addirittura portare con sé anche il figlio di 4 anni per farle compagnia, che poi non andò. “Non so se si possa essere trattato di vendetta –ha detto la madre di Gessica, Giuseppina Caramanno, durante la trasmissione “La vita in diretta”- ma nessuno avrebbe motivo di fare del male a Gessica. Chi sa qualcosa è meglio che parli” – ha continuato.
Intanto le ricerche della ragazza sono state estese anche all’Europa, in Belgio, precisamente a Liegi, dove Gessica Lattuca si era recata in due occasioni con il compagno Filippo Russotto e dove c’è una nutrita comunità di emigrati favaresi. Ma anche questa pista, però, non ha al momento portato a nulla. L’ultima traccia telemetrica del telefono cellulare che la ragazza aveva con sé risale alle 21 del giorno della scomparsa, 10 minuti dopo l’uscita dalla casa dove vive Enzo. Prima dello spegnimento definitivo del dispositivo l’ultima cella collocava Gessica nei pressi di piazza Giglia, dove probabilmente ha incontrato qualcuno per un appuntamento. Proprio qui anche i cani molecolari, utilizzati per fiutare e seguire le piste biologiche di Gessica, dopo qualche giorno che la donna mancava all’appello, hanno annusato l’ultima traccia.
«Stiamo aspettando i risultati finali – commenta l’avvocato Salvatore Cusumano, legale della famiglia Lattuca – dell’esame dei tabulati telefonici. Siamo convinti – continua il professionista – che la verità su Gessica sia racchiusa nell’esito di quegli esami tecnici. Potrebbe essersi sentita male mentre si trovava con qualcuno ed essere stata abbandonata esanime in qualche posto, poiché la persona con cui era in compagnia non voleva avere problemi», conclude Cusumano.
Attualmente non figura nessun nome iscritto nel registro degli indagati da parte del sostituto procuratore Paola Vetro, titolare dell’inchiesta. Si cerca ancora in tutta la provincia di Agrigento.
I parenti escludono comunque un allontanamento volontario perché i documenti d’identità Gessica li aveva lasciati a casa. La ragazza -sostengono- non avrebbe mai abbandonato i suoi quattro bambini. Era molto legata alla famiglia, ma il bigliettino ritrovato ieri rafforzerebbe l’ipotesi di un allontanamento volontario della giovane con l’intenzione di non essere ritrovata e di far perdere, per qualche motivo, le proprie tracce. Seguendo questa ipotesi Gessica si sarebbe potuta appuntare il numero della madre su carta per evitare di scordarlo non appena giunta altrove. Non avrebbe potuto consultare la rubrica del cellulare per evitare un eventuale aggancio alle celle telefoniche del posto dove si trova. Ma tutto ciò resta solo una ipotesi.
Commenta articolo