La vicenda è ambientata al ”San Giovanni di Dio” di Agrigento, dove la donna si era recata il lunedì della settimana scorsa, di primissimo mattino, accompagnata dal genero e dalla figlia.
Secondo la ricostruzione della società alla quale si è affidata la famiglia della 63enne, i medici avrebbero proceduto con il ricovero della paziente nel reparto di Urologia per sospetti calcoli renali. Nel pomeriggio l’intervento con l’inserimento di un tubo di drenaggio.
Subito dopo l’intervento, secondo le ricostruzioni, la donna che fino ad allora era cosciente e rispondeva – pur accusando algie addominali e conati di vomito – avverte improvvisi dolori lancinanti e perde conoscenza. In serata, il giorno stesso dell’arrivo in ospedale, i medici avrebbero comunicato ai congiunti della paziente che le sue condizioni erano gravissime.
L’indomani, martedì 24 luglio, i sanitari – sempre secondo la ricostruzione della società a cui si sono affidati i familiari della defunta – avrebbero tentato un intervento di asportazione di un rene per bloccare una non meglio precisata emorragia in atto, ma senza esito. Nella tarda serata, poi, il decesso dopo il terzo arresto cardiaco.
I congiunti di Marianna Bellia avrebbero presentato un esposto alla Questura di Agrigento, da lì l’apertura del fascicolo d’inchiesta da parte della Procura, pm Emiliana Busto, per omicidio colposo a carico di ignoti.
Sarebbero stati disposti il sequestro delle cartelle cliniche e l’autopsia sulla salma. Della necroscopia, domani mattina, se ne occuperà il medico legale incaricato, Giuseppe Ragazzi. L’operazione sarà effettuata presso l’obitorio del nosocomio di c.da Consolida. Da accertare le cause del decesso ed,
eventualmente, possibili responsabilità da parte dei sanitari che si sono occupati della 63enne.
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