Il pm Emiliana Busto aveva chiesto la condanna a un anno e otto mesi per il sindaco. Secondo la tesi accusatoria, D’Angelo avrebbe truffato l’ex Provincia in quanto avrebbe simulato una sua assunzione, in realtà fittizia, in un’azienda operante nel settore degli impianti fotovoltaici.
Assolti anche il legale rappresentante e un socio della stessa società. Si tratta rispettivamente di Graziella Naro, 30enne di Campobello, e di Pietro La Mattina, 47enne, anch’egli di Campobello. Per loro la pena chiesta dal pm era di un anno e quattro mesi di reclusione, ma anche in questo caso la sentenza del giudice è di assoluzione ”perché il fatto non sussiste”.
Secondo la ricostruzione dell’accusa, l’assunzione dell’allora consigliere provinciale sarebbe stata finalizzata a ottenere i rimborsi che la legge prevede in alcuni casi per quanti devono assentarsi dal lavoro per svolgere il proprio mandato istituzionale.
Secondo il parere della Procura, che non ha retto davanti al giudizio del magistrato Alfonso Malato, Carmelo D’Angelo avrebbe dunque messo in scena questa assunzione per ottenere il pagamento dello stipendio dall’Ente provinciale senza dovere andare a lavoro.
Altro fatto contestato al sindaco di Ravanusa, al tempo consigliere provinciale, era quello di avere spostato la propria residenza a Palermo – anche in questo caso, sempre secondo la tesi accusatoria, si sarebbe trattato di un trasferimento fittizio – per intascare i soldi del rimborso previsto per spostarsi dal capoluogo siciliano a quello agrigentino.
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