Una percentuale che negli ultimi due anni ben poco è cresciuta, soprattutto se si considera l’aspettativa che la stragrande maggioranza dei favaresi nutriva nella nuova gestione a 5 stelle, che in mancanza di risposte è andata scemando.
Un dato certamente negativo e non solo dal punto di vista dell’immagine della città di Favara. Dalla Regione, con l’ordinanza di Musumeci che dà un ultimatum ai comuni ”che non svolgono un efficace servizio di raccolta differenziata”, intendono spronare gli enti locali siciliani a raggiungere una percentuale minima del 65%. Favara dunque – e lo deve fare nel giro di qualche mese, secondo i tempi dettati dal Governo regionale – deve recuperare quel 40% mancante.
La Regione ordina ai comuni, a partire dal prossimo primo ottobre, di non conferire nelle discariche oltre il 70% dei rifiuti solidi urbani scaricati nell’anno precedente; le discariche sono sature. Se ad esempio nel 2017 Favara ha scaricato 100 tonnellate di indifferenziato in discarica, dal prossimo ottobre ne potrà conferire al massimo 70.
Gli eventuali rifiuti in eccesso dovranno essere portati al di fuori dei confini regionali e i costi saranno a carico dei comuni e quindi dei contribuenti. Pertanto gli enti locali sono tenuti a comunicare al Dipartimento Regionale dell’Acqua e dei Rifiuti, entro il 31 luglio prossimo, come intendono portarli fuori dalla Sicilia. Chi non lo farà rischia la decadenza degli Organi comunali.
Qualora Favara non riuscisse a rispettare i paletti della Regione, non aumentando adeguatamente la differenziata e diminuendo di conseguenza l’indifferenziata, ci potranno essere pesanti aumenti del costo in bolletta. Già con il conferimento dei rifiuti nella discarica di Lentini – e non più nella vicina Siculiana – i costi del servizio sono notevolmente aumentati. Figuriamoci il portarli fuori dalla Sicilia quali costi potrebbe comportare per i contribuenti favaresi.
La soluzione è differenziare, e farlo bene, per portare in discarica meno rifiuti e dunque risparmiare sui costi di conferimento. Favara, con verbale di deliberazione della Giunta Comunale n. 51, datato appena ieri, ha autorizzato il dirigente Alberto Avenia a mettere in atto varie azioni per incrementare la percentuale di raccolta differenziata.
Innanzitutto si intende raccogliere separatamente l’umido e l’organico dal secco e per questo presto ci saranno modifiche al calendario della raccolta porta a porta. Inoltre si sta procedendo all’ ”affidamento e stipula del contratto con il Consorzio Piattaforme Riunite con sede legale in Aragona nella zona industriale Area ASI, che gestisce l’impianto di Lercara Friddi – Zona Industriale ”stazione di trasferenza dei rifiuti non pericolosi (tra cui R.S.U.)”.
Insomma, per evitare ulteriori spese la città dell’agnello pasquale deve produrre meno spazzatura e aumentare la differenziata. È indispensabile quindi che l’amministrazione comunale ponga una seria attenzione sull’educazione al tema di riciclaggio.
D’altronde due anni sono già trascorsi e fermarsi al 25% di differenziata – soprattutto ora che Musumeci chiede il 65% – non fa certamente onore alla giunta pentastellata che in campagna elettorale ne ha fatto un ”cavallo di battaglia”, parlando di gestione in house e proponendo il sacchetto della spazzatura come futura risorsa.
Come distinguere il secco dall’umido? Quali tipi di plastica si possono differenziare e quali no? Quali saranno i giorni del nuovo calendario di raccolta? Sensibilizzare e quindi comunicare costantemente – soprattutto attraverso appositi spazi disponibili mediante gli organi addetti alla comunicazione – diventa oramai un imperativo per non gravare sulle casse comunali e dunque sulle tasche dei cittadini favaresi.
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