Il 25enne raffadalese è accusato di essere il responsabile della morte del 23enne, anch’egli raffadalese, Salvatore Lombardo.
Nessuna aggravante per quanto riguarda la guida sotto effetto di sostanze stupefacenti.
Era il 2 luglio dello scorso anno quando, al Villaggio della Gioventù di Raffadali, a scontrarsi furono una Fiat Punto – guidata da Amodeo e con a bordo altri due ragazzi tra i quali lo stesso Lombardo – e una Ford con al volante un anziano rimasto ferito. Pare che il veicolo con a bordo i giovani stesse procedendo a gran velocità, l’auto avrebbe invaso l’opposto senso di marcia. A quel punto l’impatto. Ad avere la peggio fu appunto Salvatore Lombardo che, per le ferite riportate, morì qualche ora dopo l’incidente.
Ieri, come detto, la sentenza del giudice che condanna l’automobilista del mezzo dove stava la vittima. Il magistrato, così come aveva fatto il pubblico ministero Antonella Pandolfi, ha escluso l’aggravante secondo la quale Alfonso Amodeo si sarebbe messo al volante della Fiat Punto in stato di alterazione dovuto all’assunzione di droghe leggere.
Il fondamentale particolare era stato contestato dal pm Silvia Baldi, trasferita nei mesi scorsi, e successivamente escluso nel corso della requisitoria dal pm Pandolfi che aveva chiesto la condanna a due anni di reclusione. A invocare il riconoscimento dell’aggravante erano stati invece i legali di parte civile, mentre i difensori dell’imputato avevano chiesto la sua assoluzione ritenendo poco chiara la dinamica dello sfortunato incidente.
In caso fosse stata riconosciuta l’aggravante di avere guidato sotto effetto di droghe leggere, ad attendere Amodeo sarebbe stata una condanna ben più severa. Quella pronunciata ieri, comunque, sfora la soglia dei due anni di reclusione e dunque niente sospensione condizionale.
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