Inizia oggi al tribunale di Agrigento il processo relativo al caso dei cosiddetti ”pennelli a mare”, le condotte fognarie sottomarine che – tra malfunzionamenti e ripetute rotture – per anni avrebbero scaricato i reflui tra le acque di San Leone anche a pochi metri dalla riva e il tutto senza un adeguato filtro.
Della vicenda – e di un presunto occultamento del malfunzionamento dei ”pennelli” – ne dovranno rispondere a vario titolo i 5 imputati sotto processo: il patron di Girgenti Acque Marco Campione, l’ex amministratore delegato della stessa società Giuseppe Giuffrida, l’ex direttore generale dell’Ato idrico Bernardo Barone, l’ex dirigente tecnico sempre dell’Ato idrico Pietro Hamel e il progettista e direttore dei lavori Maurizio Carlino.
Con giudizio abbreviato, per la stessa vicenda, il direttore tecnico di Girgenti Acque, Calogero Sala, era stato condannato a 10 mesi di reclusione; mentre per Rita Vetro, titolare di un laboratorio di analisi che si ipotizzava avesse falsificato degli esami per ”coprire” l’irregolarità dei ”pennelli”, la sentenza è stata di assoluzione ”perché il fatto non sussiste”.
Intanto il Comune di Agrigento va verso la richiesta di costituzione di parte civile al processo, in quanto la questione avrebbe causato un danno all’immagine della città dei templi.
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