Cinque i comuni capoluogo di provincia siciliani chiamati al voto: Catania, Messina, Ragusa, Siracusa e Trapani. 31 in totale i candidati alla corsa a sindaco nei 5 centri.
Complessivamente saranno invece 138 le città siciliane interessate dalle amministrative del 10 giugno. Di queste solo 18 comuni superano i 15mila abitanti. Per questi sarà impiegato il sistema maggioritario a doppio turno; per i restanti invece niente eventuale ballottaggio, la nuova macchina amministrativa locale sarà decisa per forza di cose con il voto di dopodomani, domenica.
Spostandoci nell’agrigentino, i paesi chiamati al voto sono 15. A dire il vero dovevano, almeno inizialmente, essere 17. Le amministrative saltano per Camastra, città nella quale all’inizio dello scorso aprile il Consiglio dei ministri ha deliberato lo scioglimento del consiglio comunale per ”ingerenze della criminalità organizzata”. Niente comunali anche per San Biagio Platani, il cui sindaco Santino Sabella fu arrestato lo scorso gennaio nell’ambito dell’inchiesta antimafia ”Montagna”. Al Municipio di San Biagio è stato avviato dalla commissione prefettizia un accesso ispettivo e, fino al termine ultimo per la presentazione delle liste, nessun partito ha manifestato la volontà di concorrere alle elezioni cittadine.
I centri agrigentini in cui si andrà a votare sono Alessandria della Rocca, Burgio, Calamonaci, Castrofilippo, Cianciana, Grotte, Joppolo Giancaxio, Lucca Sicula, Santo Stefano di Quisquina, Sambuca di Sicilia, San Giovanni Gemini, Ravanusa, Menfi, Sant’Angelo Muxaro e Licata. La città del Faro è l’unica che conta più di 15mila abitanti e dunque sarà anche l’unica ad andare all’eventuale ballottaggio.
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