A dirlo è l’Istat, l’Istituto Nazionale di Statistica, che descrive la situazione dell’Italia anche dal punto di vista della salute. Lo fa nel Rapporto Annuale 2018, pubblicato lo scorso 16 maggio.
L’offerta sanitaria delle aree del Nord e del Centro Italia, secondo i dati resi pubblici dall’Istat, è centrata più sui servizi destinati ad anziani e persone con disabilità. Nel Mezzogiorno, con alcune eccezioni anche nel resto del territorio nazionale, spicca invece l’assistenza clinica e diagnostica.
L’80% delle Asl garantisce l’offerta di Dipartimenti di emergenza di primo livello, circa il 50% quella di secondo livello. Ampie zone del Paese, in particolare nelle Isole, nel Lazio, in Abruzzo e in alcune parti del Nord–est, non sono in grado quindi di fronteggiare emergenze di particolare gravità, se non attraverso trasporti speciali.
Le regioni con quota più elevata di mobilità ospedaliera in uscita – in altre parole con la maggior percentuale di pazienti che si ricoverano fuori dai confini della propria regione – sono il Molise, la Basilicata e la Calabria. Queste stesse regioni hanno anche la percentuale più bassa di cittadini soddisfatti per l’assistenza medica ospedaliera ricevuta nel luogo di residenza.
Le regioni più ”attrattive” per l’assistenza ospedaliera sono invece la Lombardia e l’Emilia–Romagna che, per ogni ricovero in uscita dalla regione, ne effettuano rispettivamente 3 e 2,4 in entrata.
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